Saman, i video choc: l'abbraccio con la madre condannata per l’omicidio

Un nuovo video di Saman Abbas con la madre Nazia Shaheen spiegherebbe perché in primo grado non è stata considerata la premeditazione

Screen TgR Rai
Screen TgR Rai
00:00 00:00

Saman Abbas che abbraccia la madre, le dà un bacio, è tenera con lei. È il contenuto di uno dei video proposti dal TgR Rai e mostrati durante il processo di primo grado per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere che ha visto tra gli imputati per la morte della figlia Nazia Shaheen, latitante per 3 anni e catturata a fine maggio 2024. La donna ha acconsentito all’estradizione e probabilmente il prossimo autunno prenderà parte al processo d’appello.

Nel filmato delle telecamere di videosorveglianza dell’azienda agricola di Novellara in cui gli Abbas vivevano e lavoravano, si vede appunto Saman abbracciare e baciare Nazia: è il 25 aprile 2021, 5 giorni dopo la 18enne sarebbe stata uccisa a poche centinaia di metri da quell’ingresso. Saman aveva denunciato i genitori per essere stata costretta a un matrimonio forzato ed era stata collocata in una struttura protetta: in quei giorni era tornata a casa per due ragioni, riavere i propri documenti per sposare Saqib Ayub, studiare e lavorare, e per via di una telefonata fatta da Nazia che avrebbe scatenato i senti di colpa nella giovane. Alla data del 25 aprile l’ipotesi è che ancora non ci fosse il progetto omicidiario. Ma è davvero così? L’appello probabilmente chiarità.

Dopo il processo di primo grado in cui Nazia e il marito Shabbar Abbas sono stati condannati all’ergastolo, è stata presentata una richiesta d’appello. In questa richiesta viene chiesta la condanna di tutti e 5 gli imputati del primo grado, ovvero, oltre ai genitori di Saman, anche dello zio Danish Hasnain, condannato a 14 anni di detenzione, e soprattutto i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulhaq Noumanoulhaq, che invece erano stati assolti.

In primo grado non era stato escluso che fosse stata proprio Nazia a uccidere la figlia, ma in appello viene richiesto che per tutti coloro che vengono posti sulla scena del crimine dal principale testimone - il fratello di Saman, ora anche lui in comunità protetta - venga compreso appieno il ruolo avuto nell’omicidio, a partire anche da prove tangibili: le chiamate attestate dai tabulati telefonici e i video della sorveglianza. I giudici del primo grado non avevano attribuito premeditazione, ma anche in questo potrebbero essere importanti le tempistiche dei tabulati.

Saman è stata uccisa la notte del 30 aprile 2021. Inizialmente gli inquirenti si sono orientati, per quanto riguarda il movente, verso la sua opposizione al matrimonio forzato.

In primo grado invece si è parlato del fatto che la giovane sia stata uccisa per via del pericolo di fuga, ovvero che Saman tornasse da Saqib, il ragazzo con cui intratteneva una relazione seria, invisa ai genitori per presunte questioni di casta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica