Turetta e le macchie di sangue sul sedile: cosa possono svelare le indagini sull'auto

La prossima settimana rientrerà in Italia l'auto di Filippo Turetta per essere esaminata dai Ris di Parma. Gli accertamenti sulle tracce di sangue saranno decisivi per stabilire la dinamica dell'aggressione mortale

Turetta e le macchie di sangue sul sedile: cosa possono svelare le indagini sull'auto
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Entro la fine della prossima settimana, la Fiat Grande Punto di Filippo Turetta sarà riportata in Italia dalla Germania per essere esaminata dai Ris di Parma. Come precisa il Corriere.it, si tratta di accertamenti importanti per le indagini sull'omicidio di Giulia Cecchettin. Non solo per quel che riguarda la dinamica dell'aggressione, già ampiamente ricostruita dagli investigatori, ma soprattutto perché saranno decisive per definire le eventuali aggravanti dell'omicidio.

Le analisi sulle macchie di sangue

Giulia è stata colpita sul sedile posteriore dell'auto? È il nodo centrale dell'inchiesta sul delitto della giovane studentessa di Vigonovo. Nella fattispecie gli inquirenti intendono accertare se il colpo mortale sferrato da Turetta all'ex fidanzata, quello alla base del collo, sia stato inferto nella drammatica scena ripresa dalle telecamere, oppure nell'aggressione successiva a Fossò. In tal senso sarà decisiva l'analisi delle macchie di sangue, la cosiddetta bloodstain pattern analysis (Bpa), che permetterà di accertare quanto accaduto in auto. L'esame, affidato dalla procura di Venezia ai Ris di Parma, serve a valutare la dimensione, la posizione e la traiettoria degli schizzi sulla tappezzeria e sul rivestimento interno del tettuccio della Punto. Non è escluso, infatti, che Giulia sia stata colpita a morte mentre si trovava sul sedile posteriore della vettura.

Cosa potrebbe cambiare per Turetta

L'esito degli accertamenti sarà importante anche per definire l'impianto accusatorio nei confronti di Turetta. Se la Bpa dovesse confermare che Giulia è stata ferita a morte durante la prima aggressione, nel parcheggio non distante da casa, potrebbe essere smentita l'ipotesi della premeditazione. A quel punto gli avvocati del giovane potrebbero sostenere che il fendente al collo sia stato sferrato per bloccare la ragazza e non per ucciderla. Nei prossimi giorni saranno analizzati anche i sacchi neri, lo scotch e il cellulare del 22enne sequestrati dalle autorità tedesche dopo il fermo.

Il pellegrinaggio alla tomba di Giulia

Intanto continua il pellegrinaggio al cimitero di Saorana, dove è sepolta Giulia Cecchettin. A quattro giorni dal funerale, decine di persone continuano a lasciare fiori, peluche e lettere sulla tomba della 22enne.

"Scusa Giulia se non siamo riusciti a proteggerti", recita un biglietto. E ancora: "Per Giulia e a tutte donne uccise. Basta violenze" c'è scritto. Forse l'inizio di quel "germoglio, che darà dei frutti" auspicato dal papà Gino.

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