Strage di Alessandria, i debiti di Martino Benzi: "50mila euro al fisco"

Il 27 settembre l'ingegnere uccise moglie, figlio e suocera prima di togliersi la vita. Dai primi accertamenti risulta che avesse ricevuto una cartella esattoriale pochi giorni prima della strage familiare

Strage di Alessandria, i debiti di Martino Benzi: "50mila euro al fisco"
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Martino Benzi, l'ingegnere di Alessandria che il 27 settembre scorso uccise moglie, figlio e suocera prima di suicidarsi, aveva contratto un debito col Fisco di circa 50mila euro. Stando a quanto riporta il quotidiano Il Piccolo, pochi giorni prima della tragedia, il 66enne aveva ricevuto nella sua casella Pec una cartella esattoriale. Circostanza che, secondo chi indaga, potrebbe averlo portato alla disperazione e dunque a commettere la strage familiare.

I debiti di Martino Benzi

Sin da subito i carabinieri avevano ipotizzato che Benzi fosse attanagliato dai debiti per via di alcuni ammanchi relativi al pagamento dell'affitto della casa in cui viveva con la moglie, Monica Berta (55 anni), e il figlio Matteo (17 anni). Ipotesi poi confermata dai successivi accertamenti investigativi e, nello specifico, dagli ultimi movimenti bancari dell'ingegnere. Inoltre l'analisi del cassetto fiscale ha fugato ogni dubbio residuo, evidenziando una situazione di particolare indigenza finanziaria per un passivo da 50mila euro col fisco. Cifra che, tra more e interessi, continuava a lievitare.

I mille euro chiesti al fratello

Qualche anno fa l'ingegnere aveva deciso di mettersi in proprio, proponendosi come consulente e progettista web per le aziende. Ma negli ultimi tempi gli affari non andavano molto bene. Al punto che, la scorsa estate, Benzi aveva chiesto un prestito di mille euro al fratello. A lui aveva raccontato di aver contratto un debito da 30mila euro con l'Agenzia dell'Entrate "ma di averli rateizzati e 20mila li aveva già restituiti", ha spiegato qualche settimana fa Luca Benzi in un'intervista a Repubblica.

I biglietti

Sulla scorta delle risultanze investigative emerse sinora diventa sempre più concreta l'ipotesi del movente economico dietro la terribile strage familiare. Al riguardo, ulteriori conferme potrebbero venire dall'analisi dei pc in uso all'ingegnere. Al momento non sono stati trovati né messaggi né lettere in tal senso rivelatorie. Gli unici due biglietti riconducibili a Benzi sono quelli ritrovati nelle ore successive alla tragedia. Uno era nella tasca del cappotto che il 66enne indossava quando uccise la suocera, Carla Schiffo (78 anni), nel giardino della casa di riposo in cui si trovava l'anziana.

L'altro lo aveva lasciato nella casa al civico 6 di via Cesare Lombroso, dove aveva ucciso la moglie e il figlio. Un messaggio che, col senno di poi, sembrerebbe non lasciare spazio a interpretazioni equivoche sul possibile movente dell'omicidio-suicidio: "È tutta colpa mia. Sono rovinato".

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