Spunta l'ipotesi della premeditazione dietro l'omicidio di Sara Buratin, la 41enne assassinata con almeno 20 coltellate a Bovolenta, nel Padovano, martedì mattina. Gli investigatori sostengono che Alberto Pittarello, il presunto assassino, abbia avuto un piano per uccidere la compagna ed è per questo motivo che hanno iscritto il 39enne nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Così come sono quasi certi che l'uomo si trovi a bordo del furgoncino inabissatosi nelle acque del fiume Bacchiglione. Oggi riprenderanno le operazioni di recupero del mezzo, dopo che ieri erano state sospese a causa del maltempo. Nel pomeriggio ci sarà anche l'autopsia sulla salma.
L'agguato alla compagna
Martedì mattina, attorno alle ore 10, Pittarello telefona alla suocera per chiederle se può passare a casa, nella villetta teatro della tragedia, e lasciare lo scooter della figlia. "Vieni pure, trovi Sara", risponde la donna. Alle 10.05 una telecamera di sorveglianza cittadina inquadra l'arrivo del furgone con a bordo il 39enne in viale Italia. A quel punto Sara lo raggiunge in strada e insieme spostano lo scooter nella rimessa degli attrezzi. La 41enne non fa in tempo a voltarsi di spalle che il compagno l'aggredisce con un coltello da escursionista. Due fendenti tra collo e nuca sono fatali. Dopodiché Pittarello sferra altri colpi, venti coltellate in totale. Sarà poi la madre di Sara, verso le ore 11, a scoprire il cadavere e allertare le forze dell'ordine.
L'ipotesi della premeditazione
Come anticipa il Corriere della Sera, ci sono alcuni indizi a suffragio della nuova pista investigativa (quella della premeditazione). Sara, che lavorava come assistente alla poltrona in uno studio dentistico di Padova, come di consueto aveva il martedì libero. Pittarello, di mestiere caldaista, aveva chiesto un giorno di ferie lo stesso giorno. La decisione era stata comunicata all'azienda una settimana fa. Da qui l'ipotesi che il 39enne abbia pianificato l'omicidio.
La partita di calcetto
Lunedì sera Pittarello si è allenato regolarmente con la squadra di calcio a 5 con cui giocava da tre anni, la Saldoteck di Sant'Anna. Ai compagni aveva confidato che Sara lo aveva lasciato, ma non aveva fatto trapelare nulla delle sue eventuali intenzioni.
"Lunedì era venuto all’allenamento come sempre - spiega il dirigente Stefano Luise al Corriere - venerdì c’era stata la partita e aveva anche segnato, ma da qualche tempo era abbattuto, si era confidato con me e con i ragazzi dicendo che la storia con Sara era finita e che lei se ne era andata. Quando il giorno dopo abbiamo sentito quello che era successo non potevamo credere a quello che leggevamo, mai avremmo pensato che tutto questo potesse accadere".
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