Il viaggio, gli abiti abbandonati, l’amica irreperibile. La misteriosa scomparsa di Michael Frison

Il giovane britannico sparito durante un viaggio in Sardegna un anno fa. La madre: “Spero di trovarlo in vita”

Il viaggio, gli abiti abbandonati, l’amica irreperibile. La misteriosa scomparsa di Michael Frison

Da un anno si cerca Michael Frison. Il giovane britannico con origini italiane è scomparso tra le campagne di Luras e Luogosanto, in provincia di Sassari, il 12 luglio 2024: quella sera ha sentito la madre Cristina Pittalis per l’ultima volta, ma la donna viene avvisata della sparizione solo il 14 luglio. Il caso Frison è difficile e misterioso, e potrebbe giovarsi di maggiore collaborazione internazionale a livello investigativo, al fine di rintracciare una potenziale testimone chiave. Il timore è che qualcuno possa essersi approfittato della disponibilità del 25enne ad aiutare il prossimo. “Ogni persona che ha incontrato Michael è rimasta estasiata dal suo sorriso e dai suoi modi gentili. È molto sensibile, ma questo non deve essere considerato una debolezza: ha sempre offerto a tutti comprensione ed empatia, ed è ciò che lo contraddistingue”, racconta infatti Pittalis a IlGiornale.

La scomparsa

La scomparsa di Michael Frison avviene durante una sua vacanza programmata, dal 2 al 13 luglio 2024, in Sardegna. In quei giorni avrebbe festeggiato i suoi 25 anni insieme alla nonna, che invece ne compiva 70, per poi ripartire e rientrare a casa, a Bristol, dove lo attendevano la madre e il fratellino, per una vacanza in Cornovaglia. “Aveva progetti a breve termine e, per giunta, strutturati e ben programmati: è una delle ragioni che rendono questa scomparsa misteriosa”, chiosa la criminologa e legale della famiglia Maria Marras.

Dal 2 al 4 luglio, Frison restò dai nonni a Sassari, mentre dal 5 al 7 soggiornò a Castelsardo, ospite di alcuni amici d’infanzia. Ma in quei giorni venne contattato da un’amica, Niomi, che gli chiese ospitalità. “Michael - prosegue Marras - rimanda il rientro in Inghilterra, in quanto venne inaspettatamente a trovarlo un’amica, Niomi. Precisamente, Michael riceve uno strano messaggio: ‘Sei ancora in Sardegna?’. Era Niomi, che gli scriveva con un altro numero e, con la scusa che il padre l’avrebbe raggiunta sull’isola con un camper e non voleva restare sola in quei giorni, gli chiese di ospitarla. Michael l’aveva conosciuta un anno prima nella piscina di Bristol, presso cui lui lavorava come assistente ai bambini disabili. In quell’occasione Niomi lasciò a un collega di Michael un biglietto per lui, in cui lei aveva annotato il proprio numero di telefono dal prefisso thailandese e la richiesta di essere contattata. Poi la loro conoscenza era proseguita esclusivamente online sino all’arrivo in Sardegna”.

A questo punto Frison e l’amica sarebbero andati a campeggiare in una zona abbastanza insolita della regione. Pochi giorni dopo la sparizione, vengono trovati i vestiti del 25enne, puliti e ben riposti su un muretto. “La sua scomparsa è misteriosa e ciò che la rende tale è anche il ritrovamento degli abiti che Michael indossava: erano a 200 metri dalla sua tenda, in una zona abbastanza isolata della Gallura, dove la vegetazione è fitta e i sentieri rocciosi. Tra l’altro, con le temperature estreme della scorsa estate, quello è un luogo difficile da attraversare”, aggiunge Pittalis.

Le indagini

Gli indumenti di Michael Frison
Gli indumenti di Michael Frison (foto per gentile concessione di Cristina Pittalis)

Gli inquirenti italiani si sono recati sul posto con i cani molecolari, ma hanno trovato tracce di Frison solo nei luoghi in cui si era certi che fosse stato, ovvero nella zona di 10 ettari in cui aveva campeggiato. Intanto nei giorni immediatamente successivi alla sparizione, Niomi, l’ultima persona ad averlo visto, lascia l’Italia, rendendosi irreperibile. Non prima di aver fornito versioni diverse e discordanti agli inquirenti, tra cui l’ipotesi che Frison fosse in stato confusionale.

La famiglia continua a cercarlo, anche aiutata da numerosi volontari, divenuti con il tempo quasi membri onorari della loro cerchia di affetti. Accanto a loro anche l'associazione Manisco World, presieduta da Virginia Melissa Adamo, che si occupa del contrasto alla manipolazione mentale e alle psicosette, tra scomparsi e tutela dei sopravvissuti. Con la legale Marras, la famiglia ha consegnato in procura un dossier di 300 pagine e l’intera mappatura del territorio. Sono stati ascoltati anche gli abitanti del luogo, che non solo hanno visto niente, ma hanno escluso la presenza di un corpo. “Abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere segnalazioni, che sono state verificate: è stato escluso possa essersi trattato di Michael. Questo però ci dimostra come tantissime persone in Italia, come nel Regno Unito, si sentano vicine alla nostra ricerca”, aggiunge Pittalis.

La speranza

“La mia speranza è sempre di ritrovare Michael in vita, sebbene con il tempo che passa appare sempre più improbabile. La sua scomparsa ci ha lasciati distrutti. Io e lui avevamo un legame speciale, così come il suo fratellino per cui rappresenta un esempio”, dice mamma Cristina. Le ricerche necessitano però di un aiuto internazionale: Pittalis afferma di aver trovato gentilezza e collaborazione da parte di carabinieri e procura, ma sarebbero di grande aiuto anche altri organismi di ricerca internazionale, come l’Interpol, per ricostruire cosa possa essere accaduto. “Michael è cittadino britannico: il nostro desiderio è che Italia e Regno Unito collaborassero per trovarlo, per scoprire la verità. Ogni giorno ci aggrappiamo alla speranza, non smetterò mai di farlo.

Ma un aiuto importante potrebbe giungere dalla ragazza che si trovava con Michael, un’altra cittadina britannica, affinché tornasse in Italia per collaborare o che si mettesse in contatto anche con le autorità inglesi. Il supporto dell’Interpol sarebbe molto utile”, conclude Pittalis.

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