
I punti chiave
La procura di Roma ha aggiunto l'ipotesi di reato per revenge porn nell'inchiesta relativa al video intimo rubato a Stefano De Martino e Caroline Tronelli. All'inizio il fascicolo era stato aperto ipotizzando il solo reato di accesso abusivo al sistema informatico. Al momento si procede contro ignoti. Le indagini sono state delegate alla Polizia Postale per risalire agli autori della violazione.
I video intimi
L’episodio risale allo scorso agosto. Il noto conduttore era stato allertato da un follower della presenza online di un video che lo ritraeva in atteggiamenti intimi con la fidanzata all’interno dell’abitazione romana della giovane. Appresa e verificata la notizia, in data 10 agosto, De Martino si era recato al commissariato di Polizia di Porto Cervo (Sassari), dove si trovava in vacanza, per sporgere denuncia. Successivamente è stata presentata una seconda denuncia anche a Roma. Motivo per il quale sulla vicenda ora indagano due procure - quella capitolina e di Tempio Pausania, in Sardegna - con l’ipotesi di reato per diffusione illecita di materiale intimo, noto anche come revenge porn.
Le ipotesi
All'inizio era stato ipotizzato che dietro al filmato, carpito dal sistema di videosorveglianza della villa di Tronelli e poi diffusi su una piattaforma di messaggistica istantanea (Telegram), ci fosse un hacker. Poi si è fatta largo l'ipotesi del "tecnico infedele": "Non escludiamo che sia stato un tecnico che ha tradito il rapporto fiduciario instaurato con la famiglia della ragazza per poi approfittarne", avevano dichiarato gli avvocati Angelo e Sergio Pisani.
Di certo gli investigatori capitolini, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, intendono risalire non solo all'autore della violazione ma anche a chi ha divulgato il video. Sulla vicenda è intervenuto anche il Garante per la privacy che ha ordinato lo stop alla diffusione dei contenuti.