Cronaca nera

"Ho dovuto pulire il suo sangue..." così Valentina Belvisi e la madre accoltellata dal padre

Valentina aveva 25 anni quando è stata privata della madre, brutalmente uccisa dal marito con 29 coltellate. Ecco com'è la sua vita adesso

"Ho dovuto pulire il suo sangue..."  così Valentina Belvisi e la madre accoltellata dal padre

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Un dolore inimmaginabile quello che ha dovuto affrontare Valentina Belvisi, privata della madre Rosanna a soli 25 anni, e nel modo più atroce. Rosanna venne infatti uccisa dal marito, e padre di Valentina, che la massacrò con 29 coltellate. Era il 15 gennaio 2017. Trascorsi sette anni da quell'incubo, che non se ne è mai realmente andato, la giovane racconta al Corriere della Sera in che modo è cambiata la sua vita, e come sia riuscita, nonostante tutto, ad andare avanti.

Il dolore, il sangue, la vita stravolta

"Io non ero a Milano. Mi ero presa due-tre giorni per andare in Svizzera con il mio ragazzo. All'epoca avevo 25 anni", inizia così il suo racconto Valentina Belvisi, ripercorrendo quegli atroci momenti. "Avevo sentito la mattina mia madre per telefono ma non mi ha fatto capire se lei e Luigi in casa stessero litigando o meno. Da quel momento non sono più riuscita a contattarla", prosegue. Da allora più nessun contatto con la madre. Valentina riprovò più volte a contattarla, senza successo. Quindi la corsa a Milano, per verificare di persona, e l'atroce notizia appresa dal telegiornale. "Sento: 'Lorenteggio, donna sgozzata in casa'. O qualcosa di simile. Vedo la foto di mia madre, la mia. Una delle tante mancanze di tatto che ci sono state", spiega.

L'incubo della giovane è cominciato in quel momento, quando ha appreso che l'uomo - che ora non chiama più padre - aveva tolto la vita a sua madre. "Quando mi hanno ridato le chiavi di casa, ho dovuto lavare io i pavimenti e le mura imbrattate di sangue. Lì, in quel momento, ho realizzato davvero che mia madre era morta. Nessuno ha avuto la sensibilità di mandare una squadra a pulire. Da quel momento ho iniziato ad arrangiarmi, come ho fatto per anni", racconta.

Valentina ha dovuto così imparare a convivere con l'assenza della madre, e ad andare avanti con le sue sole forze. Ha potuto contare sull'aiuto dell'Inps, per cui la mamma aveva lavorato, e ha svolto alcuni lavoretti per andare avanti. Infine, la decisione di ricominciare da zero, lontano da Milano. "Ora ho 32 anni, vivo in Veneto, ho un marito e un figlio. Lavoro in un'azienda informatica", dichiara la giovane.

Il rapporto con il padre

Luigi Messina ha smesso di essere suo padre. Riferendosi all'uomo, Valentina Messina lo indica con un generico "lui". Messina si trova dietro le sbarre per scontare la sua condanna a 18 anni di reclusione. Non è stata però inclusa l'aggravante della crudeltà, cosa che la 32enne non si spiega. "Non riconoscere la crudeltà dopo 29 coltellate non si può sentire. Quel giorno, il giorno della condanna, io ho perso mia madre due volte", afferma.

In questi anni non ha più rivisto Luigi Messina. Si è recata da lui solo una volta, per comunicargli di aver cambiato cognome e di aver adottato quello della mamma, Belvisi. "Ci siamo sentiti ma limitatamente ad alcune questioni burocratiche. E la situazione non cambierà nei prossimi anni. Lui è sempre stato molto violento in casa. Beveva. Nel 1995 era arrivato anche ad accoltellare alla schiena mia madre", racconta.

L'impegno per le vittime

Oggi Valentina Belvisi è ambasciatrice di Edela, un'associazione che sostiene gli orfani di femminicidio. Ha scritto un libro, Rinasco per te, che è servito prima di tutto per rielaborare l'enorme dramma vissuto. Il consiglio a chi si trova ad assistere o ad essere vittima di violenze, è questo: "Trovare sempre la forza di ribellarsi. Noi donne lo dobbiamo a noi stesse e ai nostri figli. Perché non meritano di crescere nella violenza.

Non bisogna aver paura di chiedere aiuto perché si può ricominciare a vivere".

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