"Mi sono tolto un peso". Le parole choc del 78enne che ha ucciso l'amico imprenditore

L’idraulico fermato per l’omicidio dell’imprenditore Fausto Gozzini ha confessato il movente dell’uccisione: “Mi ha rubato 400mila euro, frequentava la mia cameriera”

"Mi sono tolto un peso". Le parole choc del 78enne che ha ucciso l'amico imprenditore

Domenico Gottardelli, l’idraulico 78enne di Covo che è stato fermato per l’omicidio dell'imprenditore Fausto Gozzini, avrebbe confessato il movente che l’ha spinto a commettere quel folle gesto. Gottardelli ha infatti spiegato davanti alla giudice per le indagini preliminari che lo ha interrogato, Elisa Mombelli, il motivo che lo ha spinto a uccidere mercoledì scorso, 14 settembre, con una fucilata al petto il suo amico, il 61enne Fausto Gozzini, anch’egli bergamasco, titolare della ditta Classe A Energy a Casale Cremasco Vidolasco, in provincia di Cremona, dove è avvenuto l'omicidio.

"Mi sono tolto un peso"

L’uomo ha parlato in presenza del suo legale, l’avvocato Santo Maugeri. "Eravamo amici da una vita e lui mi ha rubato 400mila euro in contanti. Mi sono tolto un peso", ha confessato questa mattina al gip durante l'interrogatorio di garanzia. Il legale della difesa ha aggiunto che il suo cliente si rende perfettamente conto di ciò che ha fatto ma anche che adesso è tranquillo perché si è tolto un peso, finalmente libero da un macigno.

“Eravamo molto amici, da trent’anni. Andavamo spesso a cena e a fare i viaggi insieme. Fausto frequentava la mia cameriera, l’unica, insieme a me, ad avere le chiavi di casa mia. Fausto aveva la disponibilità della mia casa. In garage avevo 400mila euro”, una somma derivata da compravendite immobiliari, soldi legali. Qualche anno fa però quei soldi sono spariti, e quando il 78enne ha chiesto spiegazioni alla cameriera, chiedendo se li avessero presi loro due, la donna aveva negato. Non aveva mai parlato con l’amico di quella faccenda che però gli era rimasta nella testa, come un tarlo.“Ho fatto due più due. Era l’unico che poteva entrare in casa mia. Me li ha portati via lui. Non l’ho più frequentato. Gli telefonavo ogni tanto per scambi di auguri. In questi anni mi sono macerato dentro, non dormivo più di notte, avevo l’ansia”.

Quel fucile sul sedile posteriore

La mattina di mercoledì il pensionato ha chiamato l’amico sul cellulare e l’ha raggiunto in azienda. Gottardelli è prima passato a fare un saluto al fratello e poi è arrivato verso le 9.30 a Casale Cremasco, nella ditta che si occupa di materiali per l'edilizia e della vendita di mezzi d'opera per l'edilizia e l'ingegneria civile. Nella sua auto, una Citroen 2Cv, aveva sul sedile posteriore un fucile calibro 12 appartenente a un signore che gli aveva chiesto di tenerglielo perché ha un figlio in comunità. Una volta entrato nell’azienda ha estratto l’arma dal fodero. “Fausto mi ha detto: Ma cos’hai un fucile?”. Un primo colpo è partito in maniera accidentale ed è finito sul pavimento. Poi ha preso la mira e il secondo colpo ha raggiunto l’imprenditore tra il petto e l’addome.

“Mi sono seduto sul divano , ho appoggiato il fucile, ho detto alla moglie e al figlio di Gozzini di chiamare l’ambulanza e i carabinieri. Io sono sereno, mi sono tolto un peso”, ha ricordato il 78enne.

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