Cronache

Il mea culpa del papà di Nicola: "Abbiamo chiesto aiuto tardi"

Il padre di Nicola Tanturli ha rilasciato un'intervista in cui racconta come il figlio sia completamente autonomo nei suoi spostamenti in campagna

Il mea culpa del papà di Nicola: "Abbiamo chiesto aiuto tardi"

Il sollievo dopo la tensione, dopo la paura che il peggio possa essere accaduto. Appare semplice immaginare come si senta Leonardo, il papà di Nicola Tanturli: tutta l’Italia ha esultato alla notizia del ritrovamento del suo bimbo, scomparso nella notte tra lunedì e martedì scorso. Ma papà Leonardo ha sempre avuto fiducia nel suo piccolo, anche se con il passare delle 30 ore dalla sua assenza non è improbabile che i timori siano cresciuti sempre di più.

Nicola è un bambino forte, è abituato a muoversi in campagna - ha raccontato Leonardo in un’intervista al Corriere della Sera - Quando ci ha rivisto mi è sembrato tranquillo, si è spaventato solo quando è salito in ambulanza. […] Vivendo in campagna è abituato a camminare in autonomia, ma finora solo per alcune decine di metri. Non si era mai spinto così tanto. Negli ultimi tempi è cresciuto di qualche centimetro, adesso riesce a raggiungere la maniglia. Deve avere aperto la porta, forse non ci ha trovato e ha iniziato a cercarci”.

Leonardo ha colto l’occasione per fare ammenda in relazione ai soccorsi chiamati a 9 ore dalla scomparsa. “È stato un errore, riconosco che abbiamo sbagliato - ha detto il papà - Certo, eravamo molto preoccupati, ma conosco bene la zona. Io e la mia compagna pensavamo di riuscire a trovarlo presto. Dopo alcune ore, visto che lo chiamavamo e non rispondeva, abbiamo pensato che si fosse addormentato vicino a casa, così abbiamo pensato che all'alba si sarebbe svegliato e l'avremmo ritrovato. Purtroppo non è stato così, a quel punto abbiamo chiamato il 112”.

Nicola, stando al racconto del padre, era andato a dormire alle 6 del pomeriggio dopo aver saltato la pennichella: a volte, quando accade questo, dorme fino al mattino, ma dopo aver sbrigato diversi compiti, i genitori si sono accorti della sua assenza solo a mezzanotte quando hanno terminato i lavori. Le prime ricerche sono avvenute nei pressi della loro abitazione, in particolare in prossimità di un pozzo: i Tanturli hanno creduto di sentire la voce del loro figlio, ma poi non più, arrivando a pensare che si fosse addormentato. È stato in quel momento che la coppia ha iniziato ad avere paura, per via della presenza di lupi e cinghiali nelle vicinanze.

Da 12 anni la famiglia di Nicola vive in quella zona, immersa nella natura, producendo miele. “I nostri figli sono cresciuti qui - spiega Leonardo - Sono abituati a muoversi da soli. Nicola la mattina si sveglia presto, anche prima del fratello. Spesso da solo ci raggiunge mentre siamo nel recinto delle capre”.

Quello di Nicola è il ritratto di un bambino completamente autonomo insomma, nonostante i suoi 21 mesi d'età, ma anche il ritratto di un bambino molto fortunato a essere tornato sano e salvo dai genitori.

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