Cronache

Abu Omar passava con il rosso. ​E la Digos non poteva pedinarlo

L'agente della Cia coinvolta nel caso Abu Omar ha fatto sapere quale assurda decisione aveva preso la Digos. L'imam non veniva più pedinato perché violava il codice della strada

Abu Omar passava con il rosso. ​E la Digos non poteva pedinarlo

Il terrorista Abu Omar passava col rosso ai semafori, per questo motivo la Digos non lo pedinava più: "Non volevano violare il codice della strada"

Sul rapimento di Abu Omar esiste ancora il segreto di Stato. L'imam egiziano sarebbe stato rapito da dieci agenti della Cia mentre si recava alla moschea di Milano. Era settembre del 2003. Abu Omar, poi, era stato portato in Egitto e lì è stato incarcerato e torturato tanto violentemente da scatenare diverse polemiche internazionali e processi giudiziari. Il più importante è stato fatto nel Tribunale di Milano e si è concluso con la condanna di 23 funzionari Cia e alcuni agenti del Sismi.

Oggi questo caso è tornato di attualità perché il Portogallo ha deciso per l'estradiazione in Italia di uno degli agenti Cia condananti, Sabrina De Sousa. Sabrina De Sousa in un'intervista al Fatto quotidiano ha spiegato molte cose e tra questa una particolare: "Abu Omar era sotto controllo da parte della Digos che aveva deciso di non seguirlo più da gennaio 2003 per concentrarsi su altri personaggi ritenuti più interessanti".

L'agente Cia ha anche raccontato che la Digos non ha smesso di pedinarlo perché era un soggetto poco "interessante", ma perché passava con il rosso ai semafori. Il militare che lo seguiva aveva deciso di non violare il codie della strada e quindi si fermava fino a quando non scattava il verde. Ma in questo modo l'imam se la dava a gambe levate.

Come si legge nella relazione di servizio, Abu Omar era uscito di casa ed era entrato su una Volkswagen che non aveva rispettato il rosso del semaforo. Così l'agente aveva spesso di pedinarlo. Di casi così ce ne sono a bizzeffe e hanno portato l'agente della Digos ha maturare la decisione di non seguirlo più.

Insomma, era più importante rispettare il codice della strada che acchiappare un terrorista.

E ora bisogna pagarne le conseguenze.

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