"Colpita al grembo per uccidere il figlio". Ma i giudici cancellano l'ergastolo all'assassino

L'omicidio nel 2019. Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, fu accoltellata al grembo da Antonio Borgia, l'uomo che l'aveva messa incinta. Il 51enne è stato condannato a 19 anni, il giudice ha escluso l'aggravante della crudeltà

"Colpita al grembo per uccidere il figlio". Ma i giudici cancellano l'ergastolo all'assassino

"Negli ultimi tempi era preoccupata, lui insisteva per farla abortire. Diceva che gli avrebbe fatto perdere la reputazione". Non si dà pace Federica Cucchiara, l'amica di Ana Maria Lacramioara Di Piazza, la 30enne incinta che fu uccisa con 10 coltellate al grembo dall'uomo che l'aveva messa incinta, Antonio Borgia, la sera del 22 novembre 2019 a Partinico (Palermo). "Quando la corte di secondo grado ha cancellato l'ergastolo, trasformandolo in una condanna a 19 anni, ho provato dentro un dolore grande, come quando seppi della sua morte. - racconta la donna in un'intervista a La Repubblica -Finché non ci sarà giustizia, Ana Maria non potrà riposare in pace".

L'ergastolo

In primo grado Antonio Borgia fu condannato all'ergastolo per l'omicidio. I giudici della Corte d'Appello, invece, hanno la escluso le aggravanti legate alla premeditazione, ai motivi abietti e alla crudeltà. Giudicato in abbreviato, il 51enne ha ricevuto una condanna a 19 anni di carcere. "Mi sembra tutto così assurdo e incomprensibile. - commenta Federica - C'è un video che ha ripreso gli ultimi momenti di vita di Ana Maria. Quell'uomo non ha avuto alcuna pietà: il primo colpo l'ha sferrato proprio al grembo, per colpire quella piccola creatura che era diventata la sua ossessione. Voleva a tutti i costi liberarsene, mentre lei voleva tenerlo il bambino. Altro che delitto d'impeto, come dice adesso questa sentenza. Aveva un piano ben preciso". Borgia è stato assolto anche dall'accusa di porto di coltello: in una intercettazione dal carecere avrebbe rivelato di aver trovato la lama sul luogo del delitto.

L'omicidio

I fatti risalgono al pomeriggio del 22 novembre 2019. Ana Maria, 30enne di origini rumene residente a Giardinello (Palermo), fu accoltellata in strada a Partinico da Antonio Borgia, l'uomo che l'aveva messa incinta. I due intrattenevano una relazione extraconiugale da svariati mesi (lui era sposato). Nonostante le difficoltà del caso, Ana Maria aveva deciso di tenere il bambino che portava in grembo chiedendo al compagno un contributo economico per le visite mediche. Di tutta risposta, il 51enne infierì contro il grembo della donna con 10 coltellate abbandonando poi il cadavere nelle campagne tra Balestrate e Partinico. "Si erano conosciuti circa un anno e mezzo prima dell'omicidio - precisa Federica - Nei primi tempi. mi sembrava una figura positiva: Ana Maria mi raccontava che all'inizio lui aveva tante attenzioni nei suoi confronti, aveva in qualche modo colmato quel grande vuoto che si era creato con la morte del padre".

Il ricordo di Ana Maria

La madre della 30enne sostiene che su questa vicenda ci siano troppi silenzi: "perché lei era romena", sono state le parole della donna. "Hanno detto anche di peggio, che lei era una prostituta. - continua l'amica della vittima -Invece, era solo una ragazza che lottava per la sua vita. A 4 anni l'avevano adottata in Italia. E qui era cresciuta. Poi, si era innamorata di un ragazzo tunisino, la loro unione è durata a lungo, hanno avuto anche un figlio che oggi ha 13 anni. Ana Maria era una donna piena di vita, solare, una madre coraggiosa che cercava lavoro".

Nonostante il vedetto della Corte d'Appello, Federica non intende darsi per vinta: "La battaglia per darle giustizia dobbiamo farla per suo figlio: non vorrei che fra qualche anno si ritrovi per strada l'assassino della madre. Sarebbe un dolore troppo grande". Intanto Antonio Borgia avrebbe chiesto scusa alla famiglia di Ana Maria: "Non si può perdonare tanta crudeltà".

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