Coronavirus

Addio al green pass dal 1° maggio: ecco cosa sta per cambiare

Il 1° maggio cadrà l'obbligo del green pass ovunque: si potrà tornare a frequentare i luoghi della socialità senza certificato verde. Discorso diverso, invece, per le mascherine

Addio al green pass dal 1° maggio: ecco cosa sta per cambiare

Sta per arrivare il giorno in cui il certificato verde non sarà più richiesto da nessuna parte. Con l'abolizione del green pass sarà davvero arrivato il momento del "liberi tutti", espressione sdoganata durante la pandemia ma che ora torna prepotentemente d'attualità. Il giorno x è stato identificato nella Festa del Lavoro del 1° maggio, in pratica da domenica prossima. Le poche eccezioni saranno le conferme alle nuove regole che stanno per entrare in vigore, vediamo quali.

Cosa sta per cambiare

Non servirà mostrare nulla, neanche l'esito di un tampone negativo, per fare colazione nei bar o pranzare e cenare nei ristoranti. La regola sarà valida sia all'aperto che al chiuso. Teoricamente, invece, dovrebbe rimanere l'obbligo del distanziamento tra i tavoli di almeno un metro. Questo significa che sarà nuovamente possibile creare assembramenti attorno ai buffet di feste, battesimi, matrimoni e all'aperto non ci sarà più neanche il distanziamento tra i travoli. Anche Nei locali con musica dal vivo come pub e discoteche il green pass sarà una misura superata e che non verrà più richiesta. Come ricorda Repubblica, ciò significa che la capienza sarà del 100% e verrà anche abolito il registro delle presenze con il quale si contattavano coloro i quali erano stati a contatto con i positivi.

Cosa succede negli altri luoghi

Andiamo agli sport: se già gli stadi sono tornati al massimo della loro capienza ma tutti ancora con l'obbligo di green pass, il certificato non servirà pù né per andare in palestra e neanche in altri impianti al chiuso come i palazzetti dove non si avrà più nemmeno l'obbligo di distanziamento mentre si farà attività fisica. Discorso diverso, invece, per gli spogliatoi e le docce dove sarà mantenuto il metro di distanza. Nessuna limitazione neanche per gli sport di contatto che si potranno praticare liberamente come all'epoca pre-Covid. Nei centri benessere, invece, sarà possibile entrare in alcune aree soltanto in maniera contingentata in base alla grandezza. Più libertà anche per gli anziani che potranno tornare a frequentare circoli privati senza il problema del distanziamento così come giocare a carte o scambiarsi riviste da lettura.

Il delicato tema delle mascherine

Il discorso si fa più tortuoso e ancora non del tutto risolto per quanto riguarda le mascherine: dove andranno usate? Ci saranno ancora obblighi o se ne potrà fare a meno come con il green pass? Il Paese è diviso, gli stessi virologi hanno opinioni diverse. "La scelta sull'obbligo di mascherina oggi non ha nulla di scientifico, ma è una decisione squisitamente politica", spiega all'Agi Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. "Questo non perchè improvvisamente le protezioni non servano, ma perchè la gente le sta utilizzando male", sottolinea. Da qui, il consiglio è di continuare a indossarla in luoghi affollati come i supermercati e farla continuare a utilizzare a fragili e anziani.

Secondo il primario, comunque, ad oggi ci sarebbero comunque 100mila contagi al giorno anche con le mascherine all'aperto. Interviene sull'argomento anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che afferma di non voler "entrare nelle decisioni del ministro Speranza, se però ci sarà ancora un atteggiamento di cautela con il prolungamento dell'obbligo delle mascherine al chiuso personalmente non mi sentirò di polemizzare su questo".

Ecco dove sarà mantenuta

Uno dei pareri più importanti è sicuramente quello del segretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che ospite a SkyTg24 ha spiegato che la mascherina al chiuso "verrà abbandonata per gran parte delle nostre attività, ma sarà ancora necessaria tenerla in ospedali e Rsa e sui mezzi di trasporto come treni e aerei", spiegando che, in vista della scadenza dell'obbligo nei luoghi chiusi a fine mese, "si deciderà nelle prossime 24 ore e sarà una decisione collegiale, basata sull'evidenza scientifica".

L'indicazione è che per le prossime settimane verrà mantenuta negli ambienti lavorativi e in altre situazioni a rischio perché ci troviamo in un periodo di transizione "caratterizzato da una modesta circolazione del virus e da una lenta discesa dei ricoveri, fino all'arrivo della bella stagione", conclude Sileri.

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