Coronavirus

Gli esperti allarmisti non si fermano: "Verso la quarta ondata"

Il fisico Giorgio Parisi, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato dell'epidemia di Covid, ipotizzando uno scenario futuro allarmante: "Prepariamoci ad una quarta ondata"

Gli esperti allarmisti non si fermano: "Verso la quarta ondata"

L’Italia è ancora alle prese con la così definita terza ondata di Covid-19 e le temute varianti. Ma c’è già chi prevede una “quarta ondata”, più letale della terza. Intervistato dal Corriere della Sera, il fisico Giorgio Parisi guarda avanti e profetizza una nuova ondata del virus il prossimo inverno. "Io non sono preoccupato soltanto per la terza ondata che è in corso, ma inizio a temere per la quarta che potrebbe arrivare il prossimo inverno”, ha annunciato Parisi, per il quale la seconda ondata non sarebbe ancora terminata. "A dire il vero la seconda non è finita, quindi si può discutere se si tratti di una recrudescenza di quella o di una fase successiva. In ogni caso ha senso chiamarla terza ondata perché ha caratteristiche diverse: le varianti”.

Interpellato sulle varianti, il fisico ha spiegato che “la mutazione inglese per esempio ha una contagiosità superiore del 50% e una letalità più alta del 30%. Mantenendo le misure costanti i casi raddoppierebbero in poco meno di due settimane”. Uno scenario decisamente pessimista, quello supposto da Parisi, il quale ipotizza un significativo aumento di casi di Covid nei prossimi dieci giorni. “Lo scopriremo tra una decina di giorni. Ultimamente abbiamo visto un incremento del 30% a settimana, vuol dire un raddoppio dei casi in due settimane e il quadruplo in un mese: dai 13 mila di ieri si può passare a 50 mila casi”.

Alla domanda “quando ha iniziato a pensare alla nuova ondata", il professore ha risposto: “Dal momento che non arrivavano segnalazioni di variante inglese pensavo in Italia fosse attorno al 2-3% dei nuovi casi. Ma quando l’Istituto superiore di sanità a inizio febbraio ha detto che era al 18% quello è stato il segnale”. Parisi prosegue poi con le previsioni, aggiungendo che il picco della curva attuale non può essere calcolato, dato che nel nostro Paese non verrà attuato un lockdown totale. “Difficile farla”, ha risposto il fisico al Corriere,”Se domani si decidesse il lockdown totale per 15 giorni il picco sarebbe tra 8-10 giorni. Ma dato che non si può fare una chiusura forte, tutto dipenderà dall’efficacia delle misure almeno locali”.

Per Parisi infine, sarebbe importante valutare i casi di contagio all’interno degli istituti scolastici, per capire se la nuova ondata sarà più o meno “mite” rispetto alla seconda: “Dipende dalla capacità dei pubblici poteri di bloccare le persone contagiate. Abbiamo visto che se le persone non si incontrano non contagiano. Il governo deve navigare tra Scilla e Cariddi, ma è un percorso non facile. E bisogna capire anche che cosa succede nelle scuole”. L’impatto delle scuole sulla trasmissibilità del virus sarebbe quindi, un fattore fondamentale da valutare. Ci sono troppe cose che non sappiamo, afferma il fisico allarmato, che conclude suggerendo una campagna vaccinale più vasta e tempestiva, per tenere sotto controllo le varianti. “Se dovessero spuntare nuove varianti che sfuggono ai vaccini attuali è necessaria una campagna vaccinale di richiamo a dicembre-gennaio.

Ma bisogna pensarla ora”.

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