Affitto, mensa e pochi controlli: ecco perché il Cara è stato chiuso

Il centro chiuso dal dl Sicurezza nel mirino dell'Autorità Nazionale Anticorruzione già nel 2016: "Quadro preoccupante"

Affitto, mensa e pochi controlli: ecco perché il Cara è stato chiuso

La chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto (Roma), il centro di accoglienza per richiedenti asilo più grande d'talia dopo quello di Mineo, in Sicilia, era cosa preannunciata. Oltre che inevitabile e auspicabile. E ora, per effetto del decreto Sicurezza, martedì 22 gennaio è iniziato il trasferimento degli oltre cinquecento migranti ospitati nella struttura, che dovrà chiudere i battenti entro il 31 gennaio.

I suoi ospiti saranno ridistribuiti in altre regioni, tra le proteste del sindaco (di centrosinistra) Riccardo Travaglini - "In 24 ore è stato smantellato quanto di buono era stato fatto in questi anni" – e dei 107 dipendenti della cooperativa, che dal primo di febbraio si troveranno senza un'occupazione. Mentre per il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che rivendica la decisione effetto del suo decreto Sicurezza, si tratta di un risparmio di ben 6 milioni di euro l'anno.

Ma cosa c’è dietro la sua chiusura? Innanzitutto il fatto che la cooperativa Auxilium che gestiva la struttura era in regime di proroga e la nuova gara non era mai stata indetta. E non è tutto, anzi. Perché già nel 2016, infatti, l'Autorità Nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantore, insieme alla Guardia di Finanza, aveva scovato più di qualche grave lacuna. A partire, come rende noto Il Messaggero, dalla mancanza di un regolare contratto di locazione tra Inail (proprietario dell'immobile in questione) e il Viminale. Insomma, quella posizione non è mai stata regolarizzata.

Come detto, nel 2016 l'Anac di Cantone tracciò un quadro preoccupante circa la (mala) gestione del Cara di Castelnuovo di Porto: pecche sul servizio mensa e poca, pochissima chiarezza sull'effettivo numero degli immigrati accolti nella struttura, e mancanza di sufficienti controlli per sapere con esattezza chi entrava e chi usciva dal centro. Ecco, problemi non da poco.

Come si legge, "secondo l’Anac, durante una verifica la Guardia di Finanza ha constatato che nel Cara vi erano due ospiti che non ne avevano diritto; uno addirittura era stato arrestato per spaccio in due occasioni

dai carabinieri. Erano carenti i controlli della Prefettura, ma l'assenza di un contratto di locazione dell' edificio di proprietà dell' Inail è il problema principale per il quale arrivò la bocciatura di Cantone".

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