Cronache

Detenuto tenta di strangolare un agente

Un detenuto nordafricano ha preso in ostaggio un agente della polizia penitenziaria del carcere di Firenze. Il sindacato Sappe: "Ennesima aggressione, negli ultimi vent'anni si è impennato il numero di detenuti stranieri"

Il carcere di Sollicciano, a Firenze
Il carcere di Sollicciano, a Firenze

Ha tentato di strangolare un agente della polizia penitenziaria e solo l'intervento di un collega (a sua volta aggredito) ha evitato il peggio. Protagonista della vicenda, avvenuta un paio di giorni fa nel carcere fiorentino di Sollicciano, è un detenuto nordafricano, che ha dato in escandescenze aggredendo due agenti e prendendone uno in ostaggio. La situazione è stata prontamente ristabilita e le guardie sono state medicate, ma il caso ha avuto ampia risonanza anche perché si tratta del secondo episodio di aggressione avvenuto nella casa circondariale di Firenze in pochissime ore. Proprio il giorno precedente, un altro agente era stato ferito dall'olio bollente lanciatogli addosso da un altro detenuto, che gli ha causato ustioni di primo e secondo grado.

E il Sappe (Sindacato autonomo della polizia Penitenziaria) si è fatto sentire, denunciando le problematiche riscontrate e chiedendo in un lungo comunicato un intervento risolutivo. "Si tratta dell’ennesimo fatto violento all’interno del carcere di Sollicciano, contro i poliziotti penitenziari. L’aria nella sezione era particolarmente tesa e un detenuto nordafricano ha chiesto agli agenti di uscire dalla cella per camminare nel corridoio, come se fosse non dentro un penitenziario ma in centro città - ha spiegato il segretario regionale per la Toscana del Sappe, Francesco Oliviero - all’ovvio rifiuto degli agenti, il detenuto ha prima tentato di colpirli con una scopa e poi riusciva ad afferrare un poliziotto per la gola, cercando di strangolarlo. L’altro collega è immediatamente intervenuto sottraendolo alla morsa violenta. Entrambi sono rimasti seriamente contusi con graffi e segni al collo e sono stati immediatamente inviati in ospedale. Il Sapp adesso dice veramente basta: sta diventando sempre più pericoloso fare questo lavoro, senza uomini e mezzi appropriati, senza una formazione adeguata e senza che l’amministrazione penitenziaria adotti adeguati provvedimenti penali e disciplinari verso questi detenuti violenti e pericolosissimi per l’incolumità altrui”.

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha infine rincarato la dose, puntando il dito contro le "sole" 456 espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia evidenziate nel 2021. “Da tempo il Sappe denuncia la correlazione tra aumento degli eventi critici nelle carceri e presenza di detenuti stranieri, come è il protagonista del grave evento accaduto a Sollicciano. Sintomatico è che negli ultimi vent’anni ci sia stata un'impennata del numero dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni '90 sono passati oggi ad essere quasi 17mila rispetto alle circa 55mila presenze - ha aggiunto - far scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono nel nostro Paese. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri sono state fino ad oggi assai contenute.

Oserei dire impercettibili".

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