Ad Alatri il clima è tessissimo, e lo è stato già all'indomani dell'omicidio di Emanuele Morganti, pestato a morte fuori dal locale Mirò. E lo è tutt'ora. Motivo per cui le forze dell'ordine hanno deciso di ritirare i fucili da caccia ai familiari e ai più stretti conoscenti.
Armi ritirate per precauzione
Un provvedimento previsto dalla normativa sulla detenzione delle armi e che comunemente viene adottato in situazioni di conflittualità più comuni come le liti di vicinato. Vero, ma qui la situazione pè diversa. Una decisione del genere funge da termometro, segnalando un clima rovente.
Già poche ore dopo alla morte di Emanulele, il 27 marzo, sono cominciate le ronde davanti alle abitazioni di Palmisani e Castagnacci, i due fratellastri indagati per omicidio. Il giorno successivo sono arrivare minacce e aggressioni all'avvocato che difende i due dei quattro buttafuori finiti nelle indagini. Le voci di vendette e odio preoccupano le forze dell'ordine che hanno anche eseguito controlli straordinari sul territorio.
Le ricerche dei Ris
Nonostante il rischio di ritorsioni i Ris sono tornati al club Mirò, dove è scattata la lite, risultata fatale.
Hanno setacciato ogni angolo del legalo alla ricerca di tracce organiche e indizi che potrebbero essere sfuggiti inizialmente. Principalmente però si cerca l'oggetto contundente che, secondo l'autopsia, ha dato il colpo finale a Emanuele.
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