Alessandria, convalidato il fermo della "lady jihad" Lara Bombonati

Lara Khadija alias Bombonati è accusata di associazione terroristica internazionale. Avrebbe combattuto in Siria con un marito italiano

Alessandria, convalidato il fermo della "lady jihad" Lara Bombonati

Il gip di Alessandria Tiziana Belgrano ha convalidato il fermo di Lara Khadija alias Bombonati, la ragazza tortonese di 26 anni accusata dalla Procura di Torino di associazione terroristica internazionale. A quanto si è appreso la donna, che ora si trova nel carcere delle Vallette nel capoluogo piemontese, durante l'udienza di convalida del fermo - che si è svolta nel Tribunale di Alessandria tra le 8.30 e le 10 - si è fatta assistere dall'avvocatessa Laura Nicoletta Masuelli. Dopo l'interrogatorio, terminato con un nulla di fatto, è stata riportata nel carcere torinese.

Come ha spiegato in una nota il procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro, "il fermo è stato disposto per il pericolo di fuga conseguente al progetto della donna di abbandonare il territorio nazionale per raggiungere nuovamente la Siria utilizzando contatti in Belgio. L'ipotesi d'accusa si basa sulla circostanza che la Bombonati avrebbe svolto attività di logistica e di assistenza nell'ambito di una neo formazione terroristica operante nelle aree di Idlib ed Aleppo".

Accusata anche di voler mettere in piedi una rete di proseliti in Italia, Lara Bombonati si era convertita nel 2012 con il nome islamico di Khadija.

Nata a Milano ma cresciuta a Garbagna, un tranquillo paesino del Piemonte, dopo la conversione all'Islam la ragazza aveva cominciato a indossare il niqab, cioè il velo nero che ricopre le donne islamiche da capo a piedi.

La prima svolta nella sua vita risale al 2014, quando fa perdere le sue tracce per fuggire in Siria e sposarsi con Francesco Cascio, un sicililiano trapiantato (e conosciuto da lei) in Piemonte e convertitosi anch'egli con il nomedi Mohammed. Gli inquirenti hanno ricostruito tutti i loro spostamenti: prima in Turchia e poi in Siria, dove i due aderiscono a un gruppo vicino ad Al Qaeda.

Dopo la morte del marito, ucciso in combattimento il 26 dicembre 2016, la donna non si perde d'animo e continua a fare la "staffetta" della formazione jihadista tra Siria e Turchia.

Tornata in Italia dopo essere stata espulsa dalle autorità turche, Lara Bombonati si è sistemata temporaneamente in casa della sorella, dove si stava attivando per raggiungere di nuovo la Siria.

Ritenendo la sua "fuga" imminente, gli investigatori l'hanno arrestata. La Digos ha trovato vari riscontri rispetto alla sua attività di assistenza ai jihadisti di Hay'at Tahrir al Sham.

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