Cronache

Ali Agca: "Non sono pentito, l'attentato a Wojtyla fu un miracolo divino"

Il turco che sparò a Wojtyla nel 1981: "Fu un disegno divino, sono felice di aver fatto 30 anni in isolamento per questo"

Ali Agca visitato in carcere da Giovanni Paolo II
Ali Agca visitato in carcere da Giovanni Paolo II

Quando mancano ormai tre giorni alla canonizzazione di Giovanni Paolo II, Ali Agca torna a parlare. L'attentatore che nel 1981 sparò contro il Papa polacco dichiara all'Ansa di non essere pentito per il tentato omicidio di Karol Wojtyla, perché "c'è una incalcolabile differenza tra un miracolo divino come il mio attentato al Papa ed un crimine psicopatico ingiustificabile come l'uccisione di Aldo Moro".

"Sono felicissimo di essere stato al centro di un piano divino che mi è costato 30 anni infernali in cella di isolamento - prosegue Agca - Se definiamo la santità umana come un modello umano migliore da proporre e presentare all'umanità, allora Giovanni Paolo II merita di essere definito la persona migliore del secolo".

Tuttavia, racconta Agca all'agenzia di stampa, deificare una persona è un peccato imperdonabile contro Dio, "che rimane l'unico santo". Dell'attentato del maggio 1981 invece si dice convinto che si sia trattato di un miracolo: "Volevo assolutamente uccidere il Papa e volevo morire in Piazza San Pietro per suicidio o linciaggio che fosse. Dopo diversi anni io ho capito, ho visto con delle prove personali indiscutibili che il 13 maggio 1981 Dio ha realizzato un miracolo in Piazza San Pietro".

Nulla è rimasto umanamente segreto di quell'episodio, chiosa Agca, se non "il vero senso religioso del mio attentato al Papa e il mistero della Madonna di Fatima". Il turco ricorda inoltre l'incontro in carcere con Giovanni Paolo II come uno dei momenti più belli della sua vita, vissuto con un uomo come Karol Wojtyla "che aveva un amore sincero e disinteressato".

Ali Agca ha inoltre dedicato qualche battuta al caso di Emanuela Orlandi, la studentessa dalla cittadinanza vaticana scomparsa ormai dal 1983: "Alcuni servizi segreti occidentali sanno perfettamente chesi trova attualmente nelle mani del governo vaticano - ipotizza Agca - Francesco può ordinare al governo vaticano di liberare immediatamente Emanuela Orlandi, ospite probabilmente in qualche convento di clausura".

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