La bomba demografica dei profughi che sta per esplodere nel cuore dell'Europa e che passa da Grecia, Macedonia e Ungheria allarma le cancellerie europee. Nel governo tedesco c'è chi adesso scopre l'mergenza e richiama l'Ue: "Questa è una crisi europea di solidarietà e responsabilità". Proprio con questo tema in agenda Angela Merkel incontrerà domani a Berlino François Hollande, per definire una strategia comune. L'Italia anche questa volta è stata fatta fuori, ma Renzi ormai è abituato all'esclusione dai vertici che contano. Sul tavolo, in altre parole, c’è l’idea che l’Europa non può limitarsi a discutere di quote, stanziare somme che restano inutilizzate o tutt’al più "controllare", servono nuove misure. Il fenomeno dell'immigrazione ha ha dimensioni colossali. Gli osservatori più acuti registrano che "l’Europa non sarà più la stessa".
Basta guardare i dati Onu per capirlo: secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati, nei soli paesi dell’Unione le domande di asilo registrate fra gennaio e giugno sonostate oltre 437mila, 583mila in tutta Europa. La Germania è la meta preferita per le richieste d'asilo: nella prima metà dell’anno le richieste sono state 188 mila, il governo prevede che a fine 2015 sarà toccata quota 800 mila. LaSerbiaha registrato 66mila richieste, la Grecia 65 mila, la Svezia 33 mila, l’Italia 30 mila, la Francia 29 mila, mentre in Turchia hanno chiesto asilo 57mila persone. Sulla provenienza dei profughi, Frontex precisa che "la parte del leone la fanno siriani e afgani", in prevalenza entrati in Grecia dopo un passaggio in Turchia.
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