È bufera contro Matteo Salvini che l'altro ieri ha citofonato a una famiglia di origini tunisine chiedendo se padre e figlio spacciassero, dopo le segnalazioni dei residenti di un quartiere della periferia di Bologna. «Ci può far entrare, cortesemente? - ha chiesto il leader della Lega -. Perché ci hanno segnalato una cosa sgradevole e volevano che lei la smentisse, ci hanno detto che da lei parte lo spaccio del quartiere. Giusto o sbagliato?». L'uomo ha chiuso la conversazione. Ieri a Fanpage.it ha parlato il giovane indicato come presunto spacciatore, che sarà difeso da Kathy La Torre, già legale della sardina dislessica: «Ho 17 anni, vado a scuola, faccio la vita di qualsiasi altro studente». «Ho precedenti, ma sono pulito da un bel po'» ha invece ammesso suo fratello maggiore, che però non vive più nella zona.
La prima ad attaccare il Capitano è stata il sottosegretario allo Sviluppo economico, Alessia Morani (Pd): «È un cialtrone, un provocatore pericoloso». Il deputato dem Matteo Orfini, ha parlato invece di una «sorta di farsesco blitz antidroga a telecamere accese e claque a seguito: cialtrone. Solo un cialtrone».
Subito dopo si sono attivate le critiche dell'ambasciatore della Tunisia, Moez Sinaoui, che ha scritto alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, esprimendo la sua «costernazione per l'increscioso episodio».
«Una deplorevole provocazione - ha spiegato il diplomatico -, fatta in maniera illecita, senza rispetto per il domicilio privato di una famiglia tunisina, divulgata in maniera ostentata all'opinione pubblica».
Il vicepresidente del Parlamento tunisino Osama Sghaier a Radio Capital ha parlato di «un atteggiamento razzista e vergognoso che mina i rapporti tra Italia e Tunisia». «I nostri Paesi - ha detto ancora - hanno ottimi rapporti. I tunisini in Italia pagano le tasse e quelle tasse servono anche a pagare lo stipendio di Salvini».
Il leghista gli ha risposto: «Io ho raccolto il grido di dolore di una mamma coraggio che ha perso il figlio per droga. Un atto di riconoscenza che dovremmo fare tutti». D'altronde, «la lotta agli spacciatori dovrebbe unire e non dividere. Tolleranza zero contro droga e spacciatori di morte: per noi è una priorità». Sulla questione anche il Parlamento della Tunisia si è indignato. Il deputato Sami Ben Abdelaali ha chiesto scuse ufficiali, mentre l'alleanza delle associazioni di tunisini d'Italia ha annunciato querela. «La comunità tunisina vive in Italia da prima che Salvini nascesse - hanno detto -, ha dato un contributo allo sviluppo dell'Italia: Salvini prima ha detto che la Tunisia manda qui delinquenti, ora gira per gli appartamenti dei cittadini, credo che non sia un comportamento civile».
Attacchi pure da Fabio Volo: «Vai a suonare ai camorristi se hai le palle». Il Capitano non si è lasciato intimidire: «A Fabio Volo dico che io i camorristi li ho messi in galera. Mentre Fabietto Volo scriveva e Fedez cantava io confiscavo i beni ai mafiosi». E proprio dal rapper arriva l'ennesimo attacco: «Non dovrebbe essere la portinaia del condominio a dare l'etichetta di spacciatore. Il buon Matteo forse voleva vestire i panni del giustiziere, mi è sembrato più un testimone di Geova mancato». Mentre il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha parlato di «pericolo per la democrazia».
Paola Taverna (M5S) ha quindi criticato: «Dicono che un immigrato abbia suonato al citofono di Salvini chiedendo: che fine hanno fatto i 49 milioni». Mentre il candidato governatore del Pd Stefano Bonaccini ha definito il gesto del leader della Lega uno «scadimento del livello di civiltà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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