Un altro "no" per Bossetti: deve restare in cella

Per la decima volta il Riesame nega la possibilità dei domiciliari con braccialetto elettronico

Un altro "no" per Bossetti: deve restare in cella

Per la decima volta i giudici negano a Massimo Bossetti di lasciare il carcere di Bergamo dove è recluso dal 14 giugno 2014 con l'accusa di aver ucciso e nascosto Yara Gambirasio.

Il tribunale del Riesame di Brescia ha infatti rigettato la richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini di concedere al muratore di Mapello gli arresti domiciliari, eventualmente con l'aggiunta del braccialetto elettronico per evitare il pericolo di fuga. Per i giudici, però, resta la possibilità che Bossetti commetta di nuovo il reato e per questo hanno disposto che resti in cella.

"Sin dall’esordio del presente processo, si è raccomandato un rigoroso rispetto delle regole processuali, condivisibili o meno", avevano scritto nella richiesta i legali, attaccando il "clamore mediatico" che condiziona il processo e "un’opinione pubblica forcaiola, alimentata sin dall’arresto dell’ imputato da informazioni distorte a senso unico".

"L’onda impetuosa dei media si è abbattuta sul presente processo penale e ne sta deformando lo scenario fino a renderlo unico ed irriconoscibile", dicevano gli avvocati, "Così operando, i media alterano, stravolgono, sfigurano l’estetica della giustizia penale, condizionando il giudice, specie quello popolare, menomandone la tanto reclamata indipendenza".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica