"Soggetto pericoloso". Ferlazzo resta in carcere

Il gip ha convalidato il fermo di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. L'ordinanza: "È un soggetto violento e con elevata pericolosità sociale"

"Soggetto pericoloso". Ferlazzo resta in carcere

Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo "è un soggetto violento e con elevata pericolosità sociale". Lo scrive il gip di Macerata Claudio Bonifazi nell'ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per l'aggressore di Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano ucciso in strada, a Civitanova Marche, venerdì pomeriggio. La misura è prevista anche in riferimento ad "evidenti gravi indizi di colpevolezza" - scrive il magistrato - nei confronti dell'operaio. A margine dell'ordinanza il gip fa poi riferimento a un disturbo bipolare dell'indagato che "dovrà essere approfondito".

Dall'aggressione all'arresto

La brutale aggressione si è consumata in corso Umberto I, una via centralissima di Civitanova Marche, attorno alle ore 14 di venerdì 29 agosto. Giuseppe Ferlazzo, operaio 32enne di origini campane, ha assalto l'ambulante nigeriano dapprima colpendolo con una stampella e poi "finendolo a mani nude". Quindi ha provato a dileguarsi salvo poi essere intercettato dalla polizia a circa 400 metri dalla scena del crimine. Il violento pestaggio è stato immortalato con lo smartphone da alcuni passanti che hanno allertato immediatamente le forze dell'Ordine e il 118. Ma nonostante l'intervento tempestivo dei soccorritori per Alika Ogorchukwu non c'è stato nulla da fare. I filmati delle telecamere di sorveglianza cittadina e le testimonianze dei presenti sono state fondamentali per ricostruire la dinamica dell'aggressione appurando le responsabilità di Ferlazzo. L'uomo, trattenuto in carcere da sabato mattina, è accusato di omicidio volontario e rapina.

La sindrome bipolare

A tre giorni dall'accaduto, spunta un retroscena inquietante sulla vita del 32enne campano. Stando a quanto riporta il Corriere.it Ferlazzo sarebbe affetto da sindrome del disturbo bipolare. Tale patologia gli era stata diagnosticata tempo addietro, quando viveva ancora con la madre, Ursula, in una casa alla periferia di Salerno. Dopo il trasferimento, per ovviare all'assenza di un tutor che potesse monitarlo, i medici gli avevano prescritto una terapia che prevedeva l'assunzione di farmaci a "rilascio lento". Ciò sarebbe servito a mantenere sotto controllo l'instabilità emotiva e gli sbalzi improvvisi di umore del 32enne (gli specialisti avevano rilevato che avesse anche una personalità borderline). Dopo un passato turbolento, tra problemi di tossicodipendenza e varie criticità in ambito familiare, ora la sua vita sembrava aver preso una piega diversa. L'attuale compagna, Elena, lo aveva aiutato a trovare un impiego e insieme sognavano di fare famiglia. Fino alla folle aggressione di venerdì pomeriggio.

La madre di Ferlazzo avrebbe già raccolto tutte le cartelle cliniche del figlio - che peraltro, in una occasione era stato anche ricoverato - da inviare al difensore legale. Non è escluso che nei prossimi giorni il 32enne venga sottoposto a una perizia psichiatrica.

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