Cronache

Anziani soli affollano gli ospedali: dramma sociale nel Lazio

Le persone più in là con l’età non riescono a trovare posto nelle strutture alternative. E i nosocomi devono fare i conti con diverse difficoltà

Anziani soli affollano gli ospedali: dramma sociale nel Lazio

Un vero e proprio dramma sociale quello registrato nel Lazio, legato agli anziani e alla loro solitudine. Ospedali affollati e Rsa senza posti, una situazione delicata diventata ormai la normalità. I numeri parlano chiaro, dalla degenza media al dato dei posti disponibili, ma a fare riflettere è soprattutto l’aspetto che riguarda chi è più in là con l’età.

Il Corriere di Roma ha fatto l’esempio del Policlinico Casilino, primo in Regione per numero di accessi. Ebbene, i letti del boarding sono occupati soprattutto da grandi anziani con malattie legate alla vecchiaia. Parliamo di persone che non hanno familiari o persone ad accudirli e che quindi non possono tornare a casa. E, come già evidenziato in precedenza, è praticamente impossibile trovare un posto in strutture alternative: dalla lungodegenza agli hospice, passando per le residenze sanitarie e l'assistenza domiciliare. Sempre più persone, dunque, si ritrovano sole, senza nessuno acconto, in una fase difficile della vita.

Il servizio sanitario deve dunque fare i conti con un problema non da poco. La ridotta disponibilità di posti letto è solo uno dei fattori che contribuiscono alle difficoltà degli ospedali. Nel Lazio prima della pandemia i letti erano 17.736, la metà circa del settore dei privati-accreditati, ma i dati non sono stati aggiornati e, spiega il quotidiano, è molto probabile che quei posti siano presenti solo sulla carta. Ma la criticità è legata soprattutto al “rendimento” di quei posti letti.

La degenza media nei reparti di medicina è di 9,9 giorni, ma varia molto da ospedale a ospedale. Passiamo dall’8,1 del Gemelli al 13,8 dell’Umberto, dal 9,8 del San Camillo al 15,3 del Sant’Andrea. La media del Lazio si attesta a 10,3 giorni: un turnover molto lento, dunque. “Noi attiviamo tutti i meccanismi possibili per poter dimettere”, le parole di Serena Fiore, presidente di Fadoi Lazio (Federazione associazioni dirigenti ospedalieri internisti): “E lo facciamo in modo precoce cercando di prevedere al momento dell'ingresso in reparto quale tipo di soluzione alternativa può essere trovata, tenendo conto del contesto familiare e sociale di ogni persona.

Però la richiesta è talmente alta che non viene assorbita ed è frequente purtroppo che pazienti cronici stazionino in posti letti per acuti”.

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