La morale è che per fare successo ci vuole un genio ma per fare soldi ci vuole un ragioniere. Geniale finché volete, però sempre con i numeri davanti alla lucida follia. E quelli che «Tim Cook non è adatto a guidare un'azienda come Apple» devono essersi un po' defilati negli ultimi tempi, visto che giusto l'altroieri la Borsa di New York ha fatto sapere che l'azienda di Cupertino ha registrato un record assoluto nella storia delle capitalizzazioni sociali: in pratica la Mela sbeccata ora vale circa 122 dollari per azione, che essendo stata recentemente divisa per sette fa più di 800 dollari di quelle vecchie. E si tratta in pratica di più di 700 miliardi di dollari di capitalizzazione appunto, e fate voi il conto di quello che ci si potrebbe comprare. Uno Stato intero, magari non il nostro che siamo messi male ma non così tanto. Però siccome nelle casse di Tim ci sono 178 miliardi di dollari liquidi liquidi e la Grecia ha un debito di 180 miliardi di euro, facendo due conti dalle parti di Atene staremmo in campana. Insomma Apple era data per morta dopo l'addio al suo fondatore perché non faceva più «wow», ma probabilmente Cook - facendo invece cose che probabilmente il suo predecessore non avrebbe mai fatto - ha garantito lunga vita all'azienda. Lunghissima. Tanto per cominciare ha messo, e metterà, in commercio prodotti che Steve Jobs aveva giudicato inutili: iPhone con schermi più grandi (il 6 e 6Plus), iPad prima con schemi più piccoli (il Mini) e prossimamente più enormi (il futuro Pro), l'attesissimo Apple Watch che giusto ieri Cook ha presentato durante una conferenza organizzata da Goldman Sachs. Dicendo: «Sarà utile a fare attività fisica fondamentale e a contrastare la sedentarietà, che per i medici è il nuovo cancro moderno. Il nostro non sarà uno smartwatch, perché quella è una categoria simile: ci sono in giro diversi oggetti chiamati orologi intelligenti, ma non sono sicuro che si possano chiamare così. Non ce n'è stato uno che ha cambiato il modo di vivere della gente. Il nostro Apple Watch lo farà». Una promessa che sa (per la concorrenza) di minaccia. E poi appunto c'è la politica economica del ragioniere Cook, che ha lasciato ai suoi manager le visioni ed ha cominciato ad emettere obbligazioni, dare dividendi e ha comprare tutto quanto c'è di utile in giro per migliorare i propri prodotti. Piccole e grandi start up che da un giorno all'altro si sono viste cambiare la vita.
Ecco dunque cosa vuol dire new economy, e basta fare un paragone con le nostre più grandi aziende per capire quale sia la differenza attuale tra l'Italia e il mondo, anzi viceversa: da noi comanda Eni (53 miliardi di euro di capitalizzazione), davanti a Intesa, Enel, Unicredit e Generali. Ex monopolisti, banche, assicurazioni che fanno dell'innovazione un legittimo ed efficace strumento di business, però non certo un modo per cambiare il futuro. Ed ecco cosa vuol dire essere Apple, quella che ha saputo trasformarsi e che dei suoi soldi in cassa ne fa un continuo trampolino per crescere ancora.
Tempo fa, quando i miliardi in cassaforte erano «solo» 100, il sito Joy of tech suggeriva a Cook di utilizzare tutti quei dollari per costruirsi un tempio di meditazione fatto di lingotti d'oro, oppure per installare un motore antigravità per portare nello spazio il nuovo quartier generale di Cupertino. Lui probabilmente ci ha riso un po' su (si dice infatti che ogni tanto succeda), ma poi ha tirato dritto come fa un vero ragioniere. E che poi sia un ragioniere genio alla fine lo dicono proprio i numeri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.