Cronache

"Arcuri ci ha fatto una promessa". Scattano 3 arresti per mascherine non certificate

L'accusa è di frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata. Le intercettazioni: "Lasciami lavorare e diventerai ricco. Ho parlato con Arcuri, ci autorizzerà quell'acquisto se gli arriva la lettera"

"Arcuri ci ha fatto una promessa". Scattano 3 arresti per mascherine non certificate

Eseguita l'ordinanza di applicazione di 3 arresti ai domiciliari nei confronti di Andelko Aleksic, Vittorio Farina (imprenditore già attivo nel settore dell'editoria) e Domenico Romeo. I tre sono indagati, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata in relazione alla fornitura di 5 milioni di mascherine e 430mila camici destinati alla protezione civile del Lazio. La merce proveniva dalla Cina. A due di loro i pm Rosalia Affinito e Paolo Ielo hanno contestano anche il traffico di influenze illecite. Contestualmente è stato disposto pure un sequestro preventivo di quasi 22 milioni di euro. In un passaggio dell'ordinanza si legge che gli indagati avrebbe avuto dei contatti con Domenico Arcuri.

L'European Network Tlc srl è stata invece colpita da una misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione. L'impresa milanese avrebbe fornito documentazione rilasciata da enti estranei agli organismi deputati al via libera delle certificazioni; in seguito - per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento - avrebbe prodotto falsi certificati di conformità che sarebbero stati rilasciati da Romeo. I finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno dunque ricostruito le vicende relative alla fornitura di 5 milioni di mascherine Ffp2 e 430mila camici alla Regione Lazio da parte della European Network nella prima fase dell'emergenza sanitaria, ovvero tra marzo e aprile 2020.

Le intercettazioni

Il gip spiega che il 3 settembre 2020, in occasione di un viaggio a Roma, Vittorio Farina sarebbe riuscito a incontrare il commissario straordinario Arcuri, "come sembra emergere dai puntuali aggiornamenti effettuati da Farina ad Aleksic". Nello specifico sarebbe emersa una intercettazione in cui Farina avrebbe spiegato: "Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell’acquisto (...) la dovrebbe fare oggi, oggi la deve fare e oggi pomeriggio ci deve fare l’ordine". Il giudice ha inoltre evidenziato che Farina, nell'interloquire con Aleksic, avrebbe mostrato la sua soddisfazione "nell'aver ottenuto la promessa – verosimilmente dal commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri – di inserire la Ent Tlc srl quale fornitore sussidiario rispetto a Luxottica spa e Fca spa per l'approviggionamento di un'ingente quantità di mascherine chirurgiche da destinare alle scuole". A Piazzale Clodio si apprende comunque che l'ex commissario sarebbe oggetto del traffico di influenze e non indagato nella vicenda.

Si afferma che Farina avrebbe vantato rapporti con personaggi noti, "soggetti per il tramite dei quali riesce ad avere contatti con pubblici amministratori che in questo periodo si occupano delle forniture pubbliche di dispositivi medici e di protezione individuale". Il gip ritiene che gli indagati avrebbero agito "con grande spregiudicatezza": da una parte Romeo avrebbe fornito "(e sembrerebbe tuttora fornire) certificati di conformità falsi"; dall'altra Aleksic avrebbe dimostrato "di essere consapevole della falsità dei certificati". Farina viene considerato il faccendiere, "colui che ha tenuto i contatti con soggetti vicino alla struttura commissariale, al fine di ottenere agevolmente la conclusione di fornitura vantaggiose per la società". "Tu lasciami lavorare, c'ho ampia delega da te, te faccio diventare... mooolto molto benestante, forse potresti anche essere considerato ricco", avrebbe affermato Farina in una conversazione intercettata con Andelko Aleksic.

Condotte che, se confermate, sarebbero gravissime. Soprattutto perché avrebbero approfittato del momento di estrema difficoltà in cui versava il Paese, che stava affrontando una epidemia incontrollata: "Gli indagati (Romeo subentrata in un secondo momento) non hanno esitato a cercare di lucrare, acquisire facili guadagni favoriti dalla sostanziale impossibilità di controllo da parte del committente sulla qualità della merce che veniva fornita come dispositivo di protezione".

Dalla struttura dell'ex commissario tengono comunque a precisare: "Né la società European Network Tlc né le persone coinvolte nelle indagini, hanno ricevuto alcuna promessa, alcun affidamento o alcun incarico dall'ex commissario o dalla struttura commissariale.

La società, come tante altre, aveva inviato diverse proposte a nessuna della quali è stato mai dato alcun seguito dalla Struttura stessa".

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