Il tanto discusso vaccino contro il Coronavirus non è ancora disponibile, ma neppure quando ciò dovesse accadere sarà possibile renderlo fruibile a tutti a partire dalle prime fasi della distribuzione, è quanto affermato oggi dal commissario straordinario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri.
Durante l'intervento effettuato in occasione della conferenza stampa settimanale per illustrare gli aggiornamenti sull'emergenza sanitaria, l'amministratore delegato di Invitalia non ha usato giri di parole: "Il vaccino sta arrivando ma non è ancora arrivato. Non sarà disponibile da domani, né da subito per tutti", ha spiegato dinanzi ai microfoni, come riferito da AdnKronos. Per poter avere qualche certezza in più sarà necessario attendere almeno fino all'inizio del 2021. "Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio, un milione e 700mila", ha aggiunto Arcuri, spiegando che è già in atto l'organizzazione della "complicata conservazione della profilassi", dato che le fialette devono necessariamente essere conservate ad una temperatura di meno ottanta gradi centigradi.
Con la preziosa collaborazione da parte delle Regioni, bisognerà quindi procedere all'individuazione delle"prime categorie a cui si potrà somministrare il vaccino, in funzione della loro fragilità e della loro esposizione al virus". Precedenza, dunque agli anziani ed al personale medico in prima linea nella lotta al Covid, ha spiegato il commissario straordinario. "Confidiamo di avere il target delle prime persone da vaccinare e su questo aspettiamo il piano del ministero", ha puntualizzato Arcuri. "Comunque gli italiani verranno vaccinati in funzione della loro fragilità e della loro potenziale esposizione al virus. Le persone che lavorano negli ospedali saranno tra le prime a cui bisogna somministrare i vaccini così come le persone più anziane e che sono più fragili dovranno arrivare prima di quelle più giovani".
Pur risultando fondamentale la collaborazione delle regioni, tuttavia, per quanto riguarda la distribuzione del vaccino "il governo ha deciso che ci sia una centralizzazione del meccanismo. Non serve avere il vaccino in un luogo A piuttosto che in un luogo B". Relativamente alla situazione sanitaria attuale, Arcuri ha così commentato: "Ci sono regioni dove si avvertono i primi segni di raffreddamento e altre dove la situazione resta critica e bisogna intervenire ancora per contribuire a raffreddare la crescita dei focolai.
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