Assalto a strade e treni La follia degli anarchici paralizza mezza Italia

Duecento teppisti devastano un Frecciarossa e invadono i binari a Termini. Milano, fumogeni e petardi davanti alla sede di Libero

Assalto a strade e treni La follia degli anarchici paralizza mezza Italia

Milano - Dal traliccio della Val di Susa alle stazioni di tutta Italia. Fino ai centri delle città principali e ai siti internet delle forze dell’ordine. La notizia dell’incidente a Luca Abbà corre tra la rete dei No Tav e dei no global in tutto il Paese. E anche i politici gettano benzina sul fuoco: «Il suo ferimento è il frutto diretto della sconsiderata azione delle forze dell’ordine - attacca Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista - È rimasto fulminato e caduto a terra, inseguito su per un traliccio dell’alta tensione mentre protestava per l’esproprio dei suoi terreni: è una cosa mai accaduta in Italia». Prima di sera si riuniscono 50 cortei spontanei, convocati su Twitter e Facebook. Su internet si muovono i pirati di Anonymous che, nel pomeriggio, mandano in tilt i siti di polizia e carabinieri.
I disagi maggiori a Roma, con l’occupazione dei binari della stazione Termini e i ritardi dei treni. Circa 200 manifestanti imbrattano convogli, danneggiano un Frecciarossa, lanciano fumogeni e sassi contro i poliziotti, prima di spostarsi in corteo verso la stazione Tiburtina. Stessa scena a Bologna, con un centinaio di giovani universitari e dei centri sociali che sfilano in corteo da piazza Nettuno fino a occupare i primi tre binari della stazione Centrale. Solo alle 20 arriva lo sgombero, dopo l’intervento delle forze dell’ordine. Attimi di tensione con le urla «Assassini, assassini!» lanciate dai manifestanti all’indirizzo di carabinieri e poliziotti. Binari invasi anche a Pisa da un centinaio di No Tav. Qui la protesta dura una quarantina di minuti. E hanno lo stesso obiettivo anche i 200 antagonisti scesi in strada nel pomeriggio a Firenze. Nel capoluogo toscano il teatro della protesta è la sede della prefettura di via Cavour. Sit-in con striscioni e bandiere, poi il corteo alla volta di Santa Maria Novella. Ma i no global trovano l’ingresso sbarrato e occupano per qualche minuto i binari della tramvia.
A Milano i manifestanti si danno appuntamento in piazza San Babila in 500 e da lì parte un corteo diretto a Porta Venezia. «Questa non si perdona, Luca tieni duro» lo striscione in testa alla sfilata antagonista. Tra corso Venezia e corso Buenos Aires bloccato il traffico per circa 40 minuti. Qualche attimo di tensione quando con fumogeni e petardi bersagliano la sede del quotidiano Libero, con il sito del giornale «reo» di aver lanciato un sondaggio provocatorio verso i No Tav («Abbà se l’è cercata?»). Danni al citofono e a una telecamera di sorveglianza, imbrattato il portone con la scritta «Giornalisti terroristi». Protesta violenta pure a Torino. Nel pomeriggio alcuni No Tav minacciano e aggrediscono il giornalista della Stampa Marco Accossato e il fotografo Giorgio Nota fuori dal pronto soccorso del Cto. I due cronisti «sono stati cacciati in modo violento». Una ragazza che manifesta insieme ai No Tav resta ferita invece a Bussoleno, investita da un automobilista che cerca di forzare il blocco stradale degli antagonisti. La giovane è ricoverata in ospedale, ma non in gravi condizioni.
Ma le proteste degli antagonisti vanno in scena anche in luoghi distanti dalla Val di Susa. A Napoli in piazza scendono gli antagonisti insieme ai comitati contro la discarica di Chiaiano e il laboratorio Insurgencia. In corteo, dirette in centro, 200 persone dietro lo striscione: «Val di Susa ce l’ha insegnato, resistere allo Stato non è reato». Pomeriggio intenso anche a Palermo. Nel capoluogo siciliano un gruppo di studenti vicino ai No Tav inscena un sit-in in prefettura.

E la protesta non risparmia nemmeno il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in città per sostenere la candidatura di Rita Borsellino nelle primarie del centrosinistra. Il leader democratico viene fischiato dai giovani davanti al teatro Zappalà. Politici, giornalisti, forze dell’ordine, prefetture. I bersagli della protesta antagonista non hanno colore. «Siete tutti nel mirino».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica