Assenza dal lavoro, per i primi 3 giorni basterà l'autocertificazione

È quanto prevede la proposta del senatore Maurizio Romani per alleggerire il lavoro dei medici di base. D'accordo la Federazione nazionale dei medici

Assenza dal lavoro, per i primi 3 giorni basterà l'autocertificazione

Rivoluzione in vista nel rapporto tra dipendenti con piccoli problemi di salute e medici di base. Una norma proposta in commissione Affari Costituzionali del Senato prevede la possibilità di ricorrere all'autocertificazione in caso di astensione dal lavoro entro e non oltre i tre giorni. Un provvedimento, quello presentato dal senatore del gruppo misto Maurizio Romani, che incontra il favore della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e che sembra destinato a sburocratizzare le procedure attualmente vigenti, così come previste dal decreto Brunetta.

Rispetto alle disposizioni risalenti al 2008, il nuovo testo prevede che in presenza di un disturbo ritenuto invalidante ma passeggero, sarà il dipendente a comunicare lo stato di malessere al medico di base attraverso la trasmissione telematica all'Inps e al datore di lavoro.

Letteralmente, come recita l'articolo 2 della proposta di legge a firma Romani, "in tutti i casi di assenza per malattia protratta per un periodo inferiore a tre giorni, il lavoratore comunica con sua esclusiva responsabilità il proprio stato di salute al medico curante, il quale provvede ad inoltrare apposita comunicazione telematica all'Istituto nazionale della previdenza sociale, nonché al datore di lavoro".

Inoltre, saranno ridotte le pene ai medici per risolvere le contraddizioni e le eccezioni di incostituzionalità rilevate nel decreto anti-fannulloni del ministro Brunetta.

Maurizio Scassola, vicepresidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), ha espresso "vivo apprezzamento per il ddl".

Scassola ha dichiarato che esistono "disturbi, come il mal di testa o lievi gastroenteriti, la cui diagnosi va fatta sulla base di sintomi clinicamente non obiettivabili.

In questi casi il medico deve limitarsi - ha proseguito Scassola - all'interno del rapporto di fiducia che lo lega al paziente, a prendere atto di quanto lamentato".

L'idea di introdurre un'autocertificazione avrebbe la funzione di "responsabilizzare il paziente, come già avviene in molti Paesi anglosassoni", ha concluso il vicepresidente della Fnomceo.

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