Cronache

Asti, nel delitto della tabaccaia spunta un'impronta del killer

I ris di nuovo nel negozio, si cerca l'arma del delitto. Solo una certezza: non è stata una rapina. Il M5S denuncia Alfano: "Non ha ancora nominato un prefetto"

Asti, nel delitto della tabaccaia spunta un'impronta del killer

Ormai è certo: Maria Luisa Fassi, moglie di un tabaccaio di Asti e figlia dei proprietari dell'unico ristorante stellato della città, è stata assassinata non per una rapina.

I carabinieri questa mattina hanno fatto un nuovo sopralluogo nella tabaccheria di via Volta dove la donna, 54 anni, è stata aggredita e uccisa: l'assassino si è accanito sul suo corpo con una ventina di coltellate. "Stiamo lavorando a 360 gradi, non tralasciando alcun particolare", sottolinea il colonnello Fabio Federici, comandante provinciale dei carabinieri. La scientifica sta setacciando il locale alla ricerca di un indizio che faccia luce sull'omicidio, dal momento che le immagini delle telecamere di sorveglianza esaminate sino ad ora non avrebbero aiutato a identificare l’aggressore. Mentre si cerca l'arma del delitto, è stata però trovata un'impronta parziale di scarpa lasciata sul gradino all'ingresso del negozio. "Al momento non c'è nessuna pista più perseguibile di altre", ha detto il sostituto procuratore Luciano Tarditi, che in giornata disporrà l’autopsia sul cadavere della donna e che ha ipotizzato un'inchiesta per omicidio volontario.

Il Movimento 5 Stelle ha intanto denunciato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per la mancata nomina di un prefetto ad Asti (ormai manca dallo scorso dicembre). Il ministro degli Interni per i grillini si sarebbe "indebitamente rifiutato di compiere un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo", come recita l’articolo 328 del codice penale. A depositare la denuncia in procura è stato il deputato astigiano del Movimento 5 Stelle, Paolo Nicolò Romano, insieme ai consiglieri comunali Davide Giargia e Gabriele Zangirolami.

Gli esponenti pentastellati denunciano anche "l’insufficienza di mezzi e uomini tra le forze dell’ordine".

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