Dopo l'incontro di ieri tra Commissione tecnico-scientifica (Cts) ed Aifa, il ministero della Salute ha pubblicato la circolare nella quale viene ribadito "che il vaccino Vaxzevria (AstraZeneca, ndr) è approvato a partire dai 18 anni di età" ed è "raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni".
"Eventi avversi entro 14 giorni"
Nella circolare datata 7 aprile 2021 che abbiamo allegato in fondo al pezzo, la Cts "ha esaminato tutta la documentazione disponibile, nonché le valutazioni dell'Area di farmacovigilanza di Aifa e del Prca-Ema, con il supporto del gruppo di esperti in ambito di coagulazione convocato dall'agenzia con il compito di fornire un supporto scientifico nell'analisi dei casi di trombosi. Sulla base degli elementi emersi da tale valutazione, la Cts ha spiegato che "è stata riscontrata un'associazione tra il vaccino Vaxzevria e casi molto rari di tromboembolismi anche gravi, in sedi inusuali (fra i quali casi rari di trombosi venosa dei seni cerebrali, trombosi splancniche e arteriose), associati a trombocitopenia. Ad oggi, la maggior parte dei casi è stata segnalata in soggetti di età inferiore ai 60 anni e prevalentemente nelle donne. Tali eventi sono stati osservati per lo più entro 14 giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino". Il motivo per cui adesso AstraZeneca è "consigliato" agli Over 60 è dovuto al fatto che "l'associazione con gli eventi trombotici sopra descritti non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni, nei quali l'incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa", sottolinea la Cts, precisando che "non sono ancora disponibili ulteriori dati dalle sperimentazioni attualmente in corso".
"Non conosciamo specifici fattori di rischio"
Se, da un lato, la vaccinazione con AstraZeneca proseguirà per gli Over 60, sinceramente non lasciano dormire sonni tranquilli tutte le incertezze ed i verbi al condizionale che sono contenuti nella circolare. Oltre a quanto già riportato, balza all'occhio il terzo punto in cui si dice che "alla luce dei dati attualmente disponibili non è possibile esprimere raccomandazioni circa l’individuazione di specifici fattori di rischio, e nel contempo non sono identificabili trattamenti preventivi dei suddetti episodi trombotici".
Il parere della Cts
Sulla base delle attuali stime di incidenza che indicano l’estrema rarità degli eventi sopra descritti, "il bilancio beneficio/rischio del vaccino Vaxzevria si conferma complessivamente positivo, in quanto il vaccino è sicuramente efficace nel ridurre il rischio di malattia grave, ospedalizzazione e morte connesso al COVID-19", si legge in fondo alla circolare, firmato la Commissione. "Attualmente tale bilancio appare progressivamente più favorevole al crescere dell’età - prosegue la nota- sia in considerazione dei maggiori rischi di sviluppare COVID-19 grave, sia per il mancato riscontro di un aumentato rischio degli eventi trombotici sopra descritti nei soggetti vaccinati di età superiore ai 60 anni". In pratica, quest'ultima parte suona come un monito: sopra i 60 anni tutto ok, sotto pure ma...
E la conferma ai dubbi legittimi arriva proprio dalle richie conclusive riportate dalla circolare: "la Commissione rileva, infine, che al momento non sono stati identificati analoghi segnali di rischio per i vaccini a mRNA", come a dire che Pfizer e Moderna funzionano bene ed i rischi sono pressocché nulli, con AstraZeneca invece le possibilità di trombosi, anche se rarissime, ci sono.
È chiaro che l'esempio britannico debba rassicurare tutti, ma è anche chiaro che non ci possa essere una totale ed incondizionata fiducia in AstraZeneca al 100%. Come finirà la "telenovela"? Chi lo sa, speriamo soltanto che non ci siano altre sorprese per questo vaccino che, sin dalla nascita, non ha avuto tanta fortuna.
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