Cronache

"Si fingeva gay per stuprare le ragazze": arrestato il "re della pizza"

La polizia australiana accusa Nicoletti di avere escogitato, con il complice Vincenzo Mineo, persino di "fingersi una coppia gay" per avvicinare le donne

"Si fingeva gay per stuprare le ragazze": arrestato il "re della pizza"

È stato arrestato in questi giorni in Australia l'imprenditore 29enne Alberto Nicoletti, originario di Lecco e che da otto anni gestisce la pizzeria Lago di Como a Perth. Le accuse a suo carico parlano di aggressioni e violenze ai danni di almeno otto donne, con la complicità del suo collaboratore 36enne Vincenzo Mineo, finito anche lui in manette. Dopo i suoi primi "stupri seriali", Nicoletti avrebbe escogitato insieme a Mineo, per approcciarsi a ulteriori vittime, di "fingersi una coppia gay". I crimini sono stati compiuti nello Stato dell'Australia Occidentale e, secondo gli investigatori, l'elenco delle violenze commesse dal ristoratore lombardo potrebbe allungarsi nei prossimi giorni.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti partendo dalle denunce presentate contro Nicoletti, il 29enne "re della pizza" d'Australia avrebbe aggredito la sua prima vittima nel 2016, nel parcheggio del suo ristorante, mentre, nel settembre 2018, a venire molestata sarebbe stata invece una 30enne da lui incontrata sempre nella sua pizzeria. Due anni dopo avrebbe quindi stuprato una passante a cui aveva offerto un passaggio fino a casa, poi avrebbe aggredito una cliente di un locale di Northbridge, vicino Perth, e in seguito una cliente di un altro club del vicino sobborgo di Leederville, da lui attirata in trappola spacciandosi per un autista di Uber. Nicoletti avrebbe allora messo su con Mineo la sceneggiata della coppia gay per approcciarsi a una ventenne incontrata in un bar e per chiederle se volesse sniffare cocaina insieme a loro in un bagno pubblico per disabili, dove l'avrebbero quindi assalita. In un crescendo di violenza, i due sarebbero andati subito dopo in un altro locale, sulla spiaggia di Scarborough, un sobborgo di Perth, dove avrebbero violentato altre due ragazze. Tutte le vittime di Nicoletti e del suo complice, spiega la polizia, erano "ubriache e vulnerabili".

Per rintracciare i due presunti aggressori, i poliziotti hanno chiesto, a partire dal marzo di quest'anno, la collaborazione dei cittadini diffondendo delle immagini, girate da videocamere di sorveglianza, che immortalavano Nicoletti e Mineo negli istanti successivi allo stupro della ventenne molestata nel bagno per disabili. Oltre a pubblicare quelle istantanee e a invitare la gente a denunciare alle autorità ogni avvistamento degli indagati, gli investigatori sono riusciti ad ammanettare i due sollecitando questi ultimi a farsi avanti spontaneamente e tutte i presunti testimoni a collaborare con la polizia. Grazie alla campagna di sensibilizzazione condotta dagli agenti, sempre più vittime degli stupri si sono fatte avanti fornendo gravi indizi a carico del ristoratore lombardo, permettendo alla fine ai poliziotti di scovare e arrestare Nicoletti e Mineo.

Viste le tante testimonianze presentate contro i due, il tribunale locale australiano ha rigettato ogni istanza di scarcerazione, ordinando che gli indagati restino in carcere fino alla prima udienza del processo, fissata a ottobre. Gli arrestati continuano però a professarsi innocenti e a dichiarare di essere piombati "in un incubo".

La notizia dell'arresto di Nicoletti e Mineo e le raccapriccianti testimonianze sul loro conto hanno lasciato di stucco tanti collaboratori del "re della pizza", che dichiarano di non avrere mai avuto sospetti sulla condotta del 29enne e sulla sua professionalità.

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