La Chiesa australiana non obbligherà i suoi sacerdoti a rivelare, alla commissione nazionale d’inchiesta su pedofilia e abusi sessuali perpetuati sui minori, le eventuali informazioni utili in materia apprese durante la confessione.
Già, la congregazione episcopale e l’ente Catholic Religious Australia hanno reso nota la propria posizione, confermando l’assoluta sacralità del segreto del confessionale. Fare altrimenti, come si legge nella nota diffusa, "sarebbe contrario alla nostra fede e ostile verso la libertà religiosa. Siamo impegnati alla salvaguardia dei bambini e delle persone vulnerabili, pur mantenendo il sigillo della confessione. Non vediamo le due cose come mutualmente esclusive".
I casi di pedofilia
Ciò detto, comunque, la chiesa australiana ha accettato il 98% delle 112 raccomandazioni presentate dalla commissione d’inchiesta per combattere al meglio la piaga. L’arcivescovo di Brisbane Mark Coleridge (nonché presidente della commissione episcopale) ha infatti dichiarato: "Troppi preti, religiosi e laici in Australia hanno mancato al dovere di proteggere e onorare la dignità dei bambini. Molti vescovi hanno mancato di ascoltare, di credere, hanno mancato di agire. Queste mancanze hanno permesso ad alcuni molestatori di offendere ripetutamente, con conseguenze tragiche e a volte fatali".
E infine: "Adesso i vescovi e i leader di
ordini religiosi si impegnano: mai più. Non vi saranno più insabbiamenti, non vi saranno trasferimenti di persone accusate di abusi, non si proteggerà la reputazione della Chiesa a spese della sicurezza dei minori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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