Avvertimento da islamici d'Italia "Attentati se fate guerra in Libia"

Il consiglio del Consiglio Islamico Supremo dei Musulmani d'Italia manda un messaggio chiaro al governo italiano: l'intervento militare in Libia porterebbe un "rischio concreto" di attentati in Italia

Avvertimento da islamici d'Italia "Attentati se fate guerra in Libia"

Se non è un avvertimento, il consiglio del Consiglio Islamico Supremo dei Musulmani d'Italia manda un messaggio chiaro al governo italiano: l'intervento militare in Libia porterebbe un "rischio concreto" di attentati in Italia.

Il presidente della Comunità Islamica d'Italia (CIDI), e portavoce ufficiale del Consiglio Islamico Supremo dei Musulmani in Italia (CISMI), Sharif Lorenzini, in occasione della presentazione della giornata di incontro tra la comunità islamica e la cittadinanza locale, ha espresso la posizione del mondo musulmano su un possibile intervento in Libia. "Il rischio attentati c'è ed è concreto - ha detto Lorenzini - a maggior ragione perchè la Libia è dall'altra parte del Mediterraneo. E i libici e i simpatizzanti per la Libia o tutta quell'area che possono sentirsi chiamati in causa, possono essere già presenti in Europa".

Per Lorenzini, si tratta di "persone che, non avendo più nulla da perdere, possono pensare che la rappresaglia rappresenti l'obiettivo della propria vita, e quindi anche organizzarsi per infliggere un colpo a coloro che considerano il nemico". "Non è vero - ha aggiunto - che le popolazioni civili vedono le forze militari straniere come salvatori della patria, nè vedono quelle missioni come missioni di pace".

Secondo gli islamici italiani "qualsiasi intervento di natura politico militare in un altro paese straniero inevitabilmente porta il rischio di rappresaglia da parte di quella popolazione che vede nella presenza dello straniero, in questo caso l'esercito italiano, una minaccia. Il rischio quindi è concreto, a maggior ragione se quelle popolazioni sono già afflitte da scenari di guerra e distruzione". Non ci sono motivazioni politiche e geopolitiche che tengano. "E' molto complesso - ha continuato Lorenzini - e il primo sentimento che si prova è il terrore: quando si vede un carro armato non si può certo vederlo come un fiore che profuma.

Quindi il sostegno verso quei paesi non può avvenire attraverso la guerra".

Poi l'avvertimento finale. "Un intervento militare da parte dell'Italia in quell'area non fa altro che alzare il rischio sicurezza a 1000".

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