Cronache

"Ne è valsa la pena?". Quei dubbi della Gismondo sul vaccino anti-Covid ai bambini

Per la virologa e direttrice della Microbiologia dell'ospedale Sacco di Milano vaccinare i bambini contro il Covid sarebbe stato inutile: "In Italia il numero dei casi positivi al di sotto dei 18 anni è inferiore all’1%"

"Ne è valsa la pena?". Quei dubbi della Gismondo sul vaccino anti-Covid ai bambini

Maria Rita Gismondo torna a far discutere col suo ultimo editoriale su Il Fatto Quotidiano. Nel suo recente intervento, la virologa e direttrice della Microbiologia dell'ospedale Sacco di Milano parla di vaccinazione anti-Covid ai bambini, definendola inutile. Dichiarazioni che non mancheranno di provocare forti reazioni.

"Il tempo è sempre il miglior giudice. La giustizia è lenta, ma arriva", scrive la Gismondo su Il Fatto. "Appena il vaccino per i bambini al di sopra dei 5 anni è stato disponibile si sono sollevate voci piene di esilarante entusiasmo. Si sono susseguite affermazioni fondate piuttosto su ideologie personali che non su dati scientifici. Vietato, come sempre, avanzare qualche dubbio, pena il pubblico ludibrio", continua.

"Inutile esporre i bambini al rischio di eventi avversi"

La dottoressa passa poi a ricordare i vari interventi dei pediatri in tv, che invitavano i genitori a vaccinare i figli. Gismondo però sottolinea che poco si è pensato al rapporto rischio-beneficio per la categoria dei più piccoli. "Inutile ricordare le caratteristiche del vaccino a disposizione, già conosciute: efficace per prevenire la forma grave di Covid, assolutamente inefficace nel prevenire l’infezione", attacca. Nel suo intervento, la direttrice della Microbiologia dell'ospedale Sacco ricorda anche che Locatelli, alla domanda sull'utilità del vaccino per i bambini aveva risposto tirando in ballo la sicurezza dei soggetti fragili, come i nonni. In sostenza, diceva Locatelli, vaccinando i bambini "si tutelano anche i loro conviventi”. Sulla stessa linea di Locatelli anche molti altri.

"In Italia il numero dei casi positivi al di sotto dei 18 anni è inferiore all’1%" riferisce Gismondo. "Nei bambini l’infezione si manifesta con un quadro clinico più favorevole rispetto all’adulto: il 4,4% è totalmente asintomatico, il 94,1% presenta quadri clinici lievi o moderati. A fronte di questi dati, ormai sono molti gli studiosi che ritengono che non sia opportuno esporre i bambini al rischio di eventi avversi, sebbene molto ridotti".

Per Gismondo, dunque, arrivati a questo punto non ha alcun senso continuare a vaccinare i più giovani. Il governo danese, ad esempio, si sta già muovendo in tal senso.

"Aifa ha stimato un caso di miocardite o pericardite ogni 10.000 bambini vaccinati" conclude la dottoressa. "Ne è valsa la pena? Teniamone conto per il nuovo anno scolastico. Ovviamente da queste considerazioni vanno esclusi i soggetti fragili che sono, sempre, una categoria a parte".

Già alcuni mesi fa Maria Rita Gismondo aveva fatto discutere affermando che, al punto in cui siamo arrivati, proseguire con il vaccino sarebbe inutile. Allo stesso tempo, la dottoressa aveva espresso forti dubbi sull'uso delle mascherine per i bambini. Dichiarazioni che anche all'ora avevano diviso. "Pensate a quale livello ci stanno portando. E a noi va bene, poveri bambini e povera Italia” aveva scritto un'utente. “Stanno educando i figli piccoli ad un pensiero unico e farli tacere” aveva aggiunto un altro. “Sì adesso, poi però in autunno sta qui sarà la prima tra gli sponsor di quella ….

” era stato il commento di un internauta.

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