Coronavirus

Adesso è pure scontro ​sui bambini al parco

Un pericolo per i nonni che rischiano l’effetto boomerang. E i sindaci stanno già pensando come riaprire le aree gioco

Adesso è pure scontro ​sui bambini al parco

Un altro tema al vaglio in questi giorni è quello che riguarda o meno la possibilità di far tornare i bambini a giocare nei parchi. Scelta non facile per il governo che si trova tra l’incudine e il martello. Da una parte si trovano infatti gli scienziati, contrari a questa possibilità. Dall’altra genitori ed educatori, favorevoli all’idea. Anche perché più passano i giorni e più si rende difficile riuscire a costringere a casa i più piccoli, soprattutto quando fa caldo e fuori c’è il sole. Ancora non è stata presa la decisione, come del resto in quasi tutte le questioni spinose sul tavolo in questi giorni. Come riaprire o no le aziende o permettere alla popolazione di ricominciare a vivere fuori dalle quattro mura domestiche. Per quanto riguarda la scuola la decisione sembra essere stata presa: non se ne parla fino a settembre. Pietra sopra.

Il ritorno dei bambini al parco

Come riporta Quotidiano.net, nella giornata di ieri la ministra delle Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha parlato di rivedere i bambini al parco già dal prossimo 4 maggio. Ovviamente seguendo tutte le regole necessarie a salvaguardare la salute dei pargoli e degli adulti. Tra l’altro la data pensata sarebbe anche quella in cui potrebbero riprendere anche le altre attività. Se non tutte, almeno quelle produttive.

Non proprio dell’idea l’Istituto superiore di sanità, che ha sottolineato il rischio a cui si va incontro qualora non venissero rispettate tutte le norme cautelative. Si rischia infatti l’effetto boomerang del contagio dei nonni. Il presidente Silvio Brusaferro ha spiegato: “Abbiamo raggiunto un obiettivo importante che è quello di tenere R sotto 1. Dobbiamo muoverci con grande cautela e declinare la necessità dell'attività fisica dei bambini in modo tale che il rischio sia comunque ridotto al minimo. Nella struttura familiare italiana i nonni hanno un ruolo importante e si rischia un cortocircuito che può diventare un boomerang. Dobbiamo stare molto attenti”.

La risposta della ministra

Bonetti però non ci sta e ha prontamente risposto che la scelta di riaprire o meno i parchi ai bambini deve coniugare scienza e politica. Secondo il ministro non è infatti pensabile restare a casa fino a che il Covid-19 non venga debellato o venga individuato un vaccino. Potrebbero passare mesi, se non addirittura anni. La responsabilità dei politici è quella di prevedere la riorganizzazione, evitando che i più fragili vengano contagiati, ma allo stesso tempo garantendo i diritti delle persone.

Bonetti vorrebbe utilizzare gruppi di volontari che controllino gli accessi ai parchi. Per un po’ il gioco potrà essere solo individuale e non di gruppo. Sarebbe già qualcosa. Questa proposta era stata scritta nero su bianco in una lettera datata 31 marzo, firmata sia dalla ministra che dalla sottosegretaria alla Salute con delega alla medicina per l'infanzia Sandra Zampa e da Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria. Nella quale si parla anche della possibilità per i minorenni, di età compresa tra 0 e 18 anni, di recarsi al parco e svolgere attività sempre però accompagnati da un familiare adulto. Rispettando il distanziamento sociale.

Alcuni sindaci si sono detti favorevoli all'idea di riaprire i parchi ai bimbi. In questo senso Dario Nardella, il sindaco di Firenze, ha accolto la proposta della Bonetti, pensando a uno spazio pubblico in ogni quartiere cittadino. Orlando, primo cittadino di Palermo, avrebbe già un piano.

Anche Appendino e Merola, sindaci ripsttivamente di Torino e Bologna, sarebbero di parere favorevole.

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