Cronache

In Bankitalia scoppia il caos: "Il caffè si paga con la chiavetta"

I dirigenti di Palazzo Koch sugli scudi per la decisione di tagliare l'uso della cartamoneta a vantaggio delle chiavette ricaricabili

In Bankitalia scoppia il caos: "Il caffè si paga con la chiavetta"

Bankitalia è in agitazione. L’istituto di diritto pubblico cuore pulsante del sistema bancario italiano, però, non è in allerta per questioni di debito, crac bancari o quant’altro, bensì per qualcosa di molto più “terra-terra”: il caffè.

Già, proprio così. Perché come riportato da Il Tempo, gli alti papaveri di Palazzo Koch sono in protesta per la decisione di eliminare del tutto l’uso del contante (e delle monete) nei suoi locali interni. Una decisione, questa, che si muove nel solco della restrizione nell’uso della cartamoneta, a vantaggio dei pagamenti elettronici, che – come noto – sono tutti tracciati e scongiurano il rischio di evasione.

Succede dunque che in quel di Via Nazionale, a Roma, nei bar all’interno della Banca d'Italia non si possa più pagare il caffè, il cappuccino e la brioches con gli spicci in tasca. Al loro posto, ecco la chiavetta di plastica ricaricabile dal proprio possessore proprio con qualche banconota di piccolo taglio o qualche moneta. Insomma, giusto per intenderci, una di quelle piccole chiavette che ormai da diversi anni si utilizzano nei distributori automatici presenti negli uffici di tutt’Italia, o quasi.

Paradossale, però, la protesta dei dirigenti della banca centrale italiana, di cui il quotidiano capitolino dà notizia. Proprio loro che hanno dato il "la" alla promozione di metodi di pagamento alternativi all’uso del contante, meno tracciabile.

Il caso è scoppiato, ha fatto rumore e ha chiamato in causa addirittura il sindacato del personale direttivo di Bankitalia. La Cida, infatti, come scritto dal Tempo, denuncia il fatto che delle chiavette della discordia si possano dotare "solo i colleghi dell'amministrazione centrale". Insomma, tutti gli altri dipendenti dislocati nelle altre sedi romane si trovano con un pugno di mosche in mano e la tazzina del caffè vuota per impossibilità di pagarla. Già, perché a tutte queste persone il caffè ai punti interni di ristorazione è precluso perché non in possesso della chiavetta. L’unica soluzione, ora come ora, è quella di uscire da Palazzo Koch e andare a farsi servire al bancone di qualche bar vicino al posto di lavoro.

Comunque, secondo la firma sindacale, "i colleghi che arrivano a lavorare da fuori possono chiedere una chiavetta ma è temporanea. Cioè utilizzabile solo per un determinato tempo". E allora, forse, il problema potrebbe anche essere risolto.

Non fosse però che questo nuovo (scomodo) metodo di pagamento non convinca proprio i diretti interessati.

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