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Bari, medici in pensione ancora attivi negli ambulatori a rischio licenziamento

La decisione della Asl dopo un'indagine della guardia di finanza

Bari, medici in pensione ancora attivi negli ambulatori a rischio licenziamento

Sono venticinque i medici che saranno licenziati in servizio presso la Asl di Bari. Non medici qualsiasi, ma già in pensione. Ne parla Massimiliano Scagliarini sulla "Gazzetta del Mezzogiorno".

Le indagini sono partite nel 2016 quando la guardia di finanza cercò di far luce sul fatto che circa trenta medici ancora in servizio, in realtà risultassero ex dipendenti dell'azienda sanitaria locale. Gli stessi percepivano lo stipendio oltre alla pensione da dirigenti medici. Per questo, a distanza di due anni, la Asl ha avviato il procedimento di revoca delle convenzioni. La cosa, però, non è andata giù ai venticinque medici che rischiano di essere licenziati. Tra loro, come si legge sempre sulla Gazzetta, ci sono nomi importanti della sanità pugliese: Pasquale De Leonardis che fa parte, insieme ad Albano Carrisi e Lino Banfi, della commissione di consulenti gratuiti della Regione Puglia voluta dal governatore Michele Emiliano; ed Ettore Samele, noto dietologo che scatenò già molte polemiche a Bari dopo aver vinto, nel 2011, un bando indetto dal Comune (con l'allora sindaco Michele Emiliano). A non rientrare tra i venticinque medici a rischio, ma solo per questioni di limite di età, l’urologo Francesco Sollecito, padre di Raffaele, l’ex studente coinvolto nell'omicidio di Meredith Kercher.

Fino al 2014 le Asl consentivano ai medici in età pensionistica di passare alla specialistica ambulatoriale senza dover andare in pensione. Nel 2014 poi entrò in vigore il divieto di questa pratica con il decreto legge voluto dal governo Renzi. Ma a Bari ci sono ancora alcuni medici in pensione che svolgono l'attività ambulatoriale.
La prossima settimana scadono i trenta giorni per lo scioglimento dei contratti. Poi saranno avviati i licenziamenti.


Ma il paradosso qual è. Che i medici che verranno "licenziati" dalla Asl di Bari potrebbero continuare a lavorare nella provincia Bat o a Brindisi che non sono ancora sotto la lente d'ingrandimento della guardia di finanza.

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