Basilicata crocevia del traffico di droga del sud

Luci e ombre nella relazione annuale sulla lotta agli stupefacenti del ministero dell'Interno

Basilicata crocevia del traffico di droga del sud

In chiaroscuro i numeri sul fenomeno droga in Basilicata sempre più crocevia dei traffici criminali che interessano le regioni confinanti: Puglia, Campania, Calabria. A offrire uno spaccato interessante è la lettura che ne fa il quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno" citando la relazione annuale anti-droga (2017) del ministero dell'Interno. In un articolo di Massimo Brancati si appuntano cifre oscillanti tra il calo delle operazioni anti-droga (sono state 139 a livello regionale, mentre i picchi si registrarono nel biennio 2009-2010) e l'aumento dei sequestri di sostanze stupefacenti; tra il minor numero di denunce (insieme alla Val d'Aosta) rispetto al resto d'Italia e la diffusione delle droghe sintetiche. Eppure, proprio il dato delle denunce è relativo considerarlo basso. Tale può essere stimato infatti, come dicevamo, guardando alle altre regioni, ma in sé, il 2017, ha visto un aumento del 6 per cento delle segnalazioni all'autorità giudiziaria (207, con 145 arresti). Questo, tirando le somme, induce, le forze dell'ordine a tenere alta la guardia perché il rischio di impennate è elevato. Non basta più guardare alla Lucania come alla terra di solida tradizione morale, dov'è efficace l'attività investigativa delle forze di polizia. Certo, per paradosso, come ricorda ancora l'articolo della "Gazzetta", la carenza di infrastrutture (strade, ferrovie) non favorisce la diffusione della droga in modo capillare sul territorio.

Tuttavia, malgrado l'azzeramento di un clan criminale pericoloso come quello dei "Basilischi", rimane la "pressione" e l'"assedio" portato dai clan pugliesi e soprattutto campani e calabresi alla Lucania dei boschi, delle montagne e dei paesi silenziosi. Per farne punto di passaggio delle rotte del traffico. Una criticità sulla quale le forze dell'ordine dovranno intensificare la vigilanza.

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