Cronache

"Foiba delle menzogne". Ecco la maglietta choc ​al presidio antifascista

"Basovizza la foiba delle menzogne" è lo slogan che campeggia sulla maglietta di uno dei partecipanti alla manifestazione indetta dagli antifascisti triestini. I promotori: "È solo un feticcio nazionalista"

"Foiba delle menzogne". Ecco la maglietta choc ​al presidio antifascista

“Basovizza la foiba delle menzogne”. È lo slogan che campeggia sulla maglietta di uno dei partecipanti alla manifestazione indetta venerdì scorso dal Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci in piazza Oberdan a Trieste. Un evento per festeggiare la discussa riconsegna del “Narodni Dom”, che tornerà alla comunità slovena cento anni dopo il suo incendio, avvenuto il 13 luglio 1920. Non è il solo motivo per cui hanno deciso di manifestare. È stata anche l’occasione “per dire un deciso no ai nazionalismi, ai razzismi e ai fascismi di ieri, oggi e domani”.

Ma quella maglietta dal sapore negazionista non è sfuggita a chi ha seguito l’edizione serale del telegiornale dell’emittente locale Tele4, che ha mostrato alcune immagini della manifestazione. E ne è nata subito una polemica. Emanuele Merlino, presidente del Comitato 10 Febbraio, parla di “uno slogan inqualificabile e inaccettabile che dimostra solo una cosa: l’odio contro l’Italia non passa mai di moda”. Roba da “nostalgici della stella rossa”.

Mentre il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Claudio Giacomelli, punta il dito contro la logica dei due pesi e delle due misure: “Se una cosa del genere fosse stata detta di altre terribili tragedie del Novecento sarebbe giustamente scoppiato un putiferio nazionale, invece, in questo caso tutto tace”. È arrivato il momento, secondo Giacomelli, “di discutere le proposte di legge presentate da Fratelli d’Italia per far sì che il reato di negazionismo delle foibe e dell’esodo sia punito per legge”. “Fatti come questi - ragiona il consigliere - dimostrano che è necessario proteggere con ogni mezzo il ricordo dei nostri martiri da quelle frange della sinistra radicale che agiscono indisturbate in tutto il Paese”.

Nessun imbarazzo, invece, per Luciano Ferluga, presidente dell’associazione promotrice della manifestazione. Raggiunto telefonicamente da Il Giornale, l’attivista ribadisce il concetto: “La foiba di Basovizza? È solo un feticcio nazionalista”. “Un mito - continua - creato ad uso e consumo di chi soffia sul fuoco dell’odio interetnico”. Gente che “ha manipolato la storia e strumentalizzato le vittime, costruendo sulle menzogne la propria fortuna politica”. Ovvero? “I partiti di destra, che sono gli eredi del regime fascista”. Il presidente del comitato Danilo Dolci non crede che nella foiba di Basovizza si sia consumato un eccidio così vasto come viene raccontato.

“Adesso che i mezzi tecnologici ce lo permettono, bisognerebbe riaprire la foiba e vedere effettivamente quante furono le vittime per dare alle nuove generazioni la possibilità di capire cosa sia veramente accaduto sul confine orientale”, propone Ferluga. Per lui la tesi della pulizia etnica ai danni degli italiani è “una grande bugia”.

“Violenza e giustizia sommaria - mette le mani avanti - vanno sempre condannate, però chi è finito lì dentro qualche colpa ce l’avrà pur avuta”.

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