Il cardinal Gualtiero Bassetti apre all'addio dei critici di Bergoglio, che potrebbero anche fare "altre scelte". Il presidente della Cei non ha paventato l'ipotesi scisma, ma è apparso piuttosto convinto di come i cattolici che usano criticare il pontefice argentino non debbano per forza di cose rimanere in comunione con la Chiesa cattolica.
E questa presa di posizione, nel dibattito odierno, rappresenta una novità assoluta. Nessuno, in maniera così chiara, aveva ancora parlato di "distruttismo" e delle sue possibili conseguenze interne. Il vertice dei vescovi italiani ha tuonato nel corso della giornata di ieri, mentre era a Perugia, che è la città di cui è arcivescovo: "Se a qualcuno non piace questo Papa lo dica perché è libero di scegliere altre strade. Criticare va bene ma questo distruttismo no". Insomma, le rimostranze hanno un limite. E alcune di quelle che vengono sollevate nei confronti del Santo Padre lo hanno superato.
Il cardinal Gualtiero Bassetti potrebbe essere presto rimosso dal suo incarico. Non è detto, ma sta per raggiungere il limite anagrafico. Il Papa, stando ad alcune ricostruzioni, potrebbe aver individuato nell'arcivescovo e cardinale di Bologna, e pro migranti, Matteo Maria Zuppi, il nome buono per la successione. Niente però è ancora certo. Il cardinal Bassetti, che è soprattutto un pastore di anime, ha rincarato la dose, secondo quanto si apprende dall'Adnkronos, sostenendo che "C'è troppa gente che parla del Papa". Poi ha raccontato un episodio: " A qualcuno io ho detto 'fai la scelta di evangelico, se non ti va bene la Chiesa cattolica, se è troppo stretta questa barcà. I nostri fratelli protestanti non hanno né il Papa né il vescovo, ognuno faccia le sue scelte. Scusatemi per lo sfogo ma l'obiettivo di tutti deve essere quello di cercare risposte per il bene della Chiesa e dell'umanità". I dissapori ed i malesseri, quindi, possono anche declinarsi in un arrivederci. A Bassetti l'ipotesi scismatica non sembra fare troppa paura, anzi. Il porporato umbro non è un progressista esasperato, ma è il primo ad invitare gli anti-bergogliani a fare una valutazione complessiva sulla loro appartenenza ecclesiastica alla Chiesa di Roma.
Di scisma, in questi frangenti, si discute parecchio, ma in relazione al "concilio interno" dei vescovi tedeschi, che vorrebbero e dovrebbero assumere delle "decisioni vincolanti", che prescindano dalle disposizioni del Vaticano. In Germania a riunirsi non sono i critici di Bergoglio, ma i presuli e i laici di uno degli episcopati più progressisti della Chiesa universale. Uno di quelli che dovrebbe aver sostenuto il Papa nel passato Conclave. Di frattura tradizionalista, dai tempi di mons. Lefebvre in poi, si è sempre discusso. Ma il "fronte tradizionale" non fa che richiamare i cattolici all'unità in materia di dottrina ed organizzazione.
Il presidente della Cei però è parso certo della costanza con cui il Santo Padre viene sottoposto a contestazioni. Questa della liceità delle rimproveri diretti al vescovo di Roma è una fattispecie argomentativa complessa, che viene discussa in più di un ambiente teologico.
Si può o non si può muovere delle accuse dirette al pontefice quando si è parte della Chiesa cattolica? Per il cardinale italiano la querelle è risolvibile anche mediante l'imbocco di "altre strade". Parole, quelle dell'arcivescovo perugino, che sono destinate a far discutere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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