Cronache

Battisti chiede riduzione della pena a 20 anni: "Rispettate patto Italia-Brasile"

Il patto Italia-Brasile prevede una pena non superiore ai 30 anni che, tenedo conto dei periodi di reclusione all'estero, scenderebbe a 20 anni.

Battisti chiede riduzione della pena a 20 anni: "Rispettate patto Italia-Brasile"

Potrebbe ridursi a poco più di 20 anni, la pena che dovrà scontare Cesare Battisti, dopo il suo arresto a gennaio. Il terrorista, infatti, ha chiesto ai giudici di mantenere l'accordo di estradizione tra Italia e Brasile, nonostante sia stato fermato in Bolivia, che prevede anche una diminuzione della pena.

Battisti, come ricorda il Corriere della Sera, è stato condannato a due ergastoli, perché ritenuto colpevole di quattro omicidi, commessi tra il 1978 e il 1979. Nel patto tra Italia e Brasile, firmato dall'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, il 6 ottobre 2017, le condizioni poste dal Brasile per il rilascio del terrorista prevedevano che "il tempo massimo di esecuzione della pena inflitta non supererà nella sua effettività 30 anni di reclusione, e che il periodo di detenzione sofferto dall’estradato in Brasile ai fini della procedura di estradizione sarà computato nella pena da eseguire in Italia".

Seguendo questo accordo, invece che a due ergastoli, Battisti dovrebbe essere condannato a 30 anni di carcere, cui andrebbero sottratti 9 mesi scontati in Italia prima di evadere, i 4 mesi in Francia, gli oltre 4 anni in Brasile e i 3 anni di indulto accordati dall'Italia nel 2006. In questo modo, la pena residua risulterebbe di poco più di 20 anni. Nel patto tra Italia e Brasile, Orlando aveva spiegato la possibilità di applicare tale soluzione, contemplando una pena non superiore ai 30 anni di reclusione, perché il passaggio dall'ergastolo ai 30 anni "non si pone in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico italiano". Per la difesa di Battisti, quel documento deve essere rispettato.

L'ex terrorista, però, non venne consegnato all'Italia dal Brasile, ma dalla Bolivia. Quindi il patto tra Italia e Brasile dovrebbe essere considerato nullo. Tuttavia, il difensore di Battisti, contesta le modalità di estradizione in Italia dell'ex terrorista: nessun avviso, mancata presenza di un interprete, nessuna possibilità di fare ricorso e mancata restituzione della persona al Paese di provenienza, che in quel caso era il Brasile. Il latitante, al contrario, venne bloccato mentre stava salendo su un aereo e consegnato alla polizia italiana: secondo il legale della difesa, questa circostanza non può essere considerata come estradizione. L'unico documento di estradizione valido sarebbe quello concesso dal Brasile, con tutte le clausole che prevede.

Il 17 maggio, i giudici si riuniranno per decidere circa la vicenda.

Commenti