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"Vi dico io perché Grillo si è ripreso il M5S"

Il filosofo Becchi esperto della galassia pentastellata a Quarta Repubblica ha analizzato la debacle elettorale del Movimento: "Ha capito di averlo lasciato a un incapace"

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Dicono sia un esperto di Movimento Cinque Stelle, visto che ai grillini della prima ora è stato molto vicino. Certo è che il professor Paolo Becchi, filosofo, di quella galassia pentastellata se ne intende. Anche per questo ieri, a Quarta Repubblica, Nicola Porro ha invitato "l'ideologo del M5S" per analizzare la debacle elettorale alle amministrative. Il M5S in molte città non s'è proprio presentato e in altre ha fatto da stampella al Pd o a candidati civici. Di sicuro ha preso una sonora scoppola sia al primo che al secondo turno.

Luigi Di Maio lo aveva detto qualche giorno fa, prima di fare le valigie e salutare il M5S per fondare Insieme per il Futuro: il Movimento è andato malissimo alle urne, mai come prima, e la colpa è tutta di Giuseppe Conte. Su questo punto, Becchi e Giggino concordano. "Grillo si è reso conto che il Movimento è nelle mani di un incapace, Conte. Nel primo governo ha fatto da notaio, ma quando ha iniziato a voler manovrare lui è successo quel che è successo. Il problema fondamentale è che nel giro di un anno e mezzo ha distrutto un Movimento che richiamava 9 milioni di italiani".

Secondo Becchi, con la sua "discesa" a Roma di queste ore, prima l'incontro in hotel con l'avvocato del popolo e poi la riunione coi parlamentari, Beppe si sarebbe ripreso la sua creatura. Per quanto il comico continui a ripetere che con Conte "andiamo d'accordo, quindi smettetela di raccontare fandonie", un po' di maretta c'è. E non da ieri. Sin dai tempi della neonata leadership dell'avvocato, i rapporti col fondatore non sono stati così idilliaci. Ricorderete la richiesta di Giuseppi di lasciar crescere la creatura senza fare "il padre padrone". Oppure l'ostentato pranzo al mare per ricucire dei rapporti ormai logori. I nodi oggi riguardano la deroga al secondo mandato per alcuni big (Beppe è restio a concederla) e la partecipazione al governo Draghi (Giuseppi vorrebbe avere le "mani libere", Grillo intende restare fedele a Draghi). "Di fatto - dice Becchi - ieri il Fondatore ha licenziato Conte, ormai è lui a dettare la linea politica. Ha sostanzialmente detto: 'qui comando io'.

Conte è finito: potrà fare solo quello che decide Grillo".

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