Cronache

Laurent, il bambino geniale: laurea in ingegneria a 9 anni

Laurent, il bambino geniale: laurea in ingegneria a 9 anni

Va detto che ha un bel sorriso, appena un po' sdentato. Colpa dell'età, che volete. Laurent Simons ha nove anni, anzi il dottor Simons ha nove anni. Va bene, non proprio dottore, ma quasi. Il ragazzino, belga di origine ma residente nei Paesi Bassi, potrebbe laurearsi a dicembre in Ingegneria elettronica presso la Eindhoven University of Technology (Tue). Se dovesse farcela batterebbe lo statunitense Michael Kearney, che nel 1994 riuscì nell'impresa apparentemente insuperabile di laurearsi a dieci anni in Antropologia alla University of South Alabama. Due mocciosi in grado di mettere fuori corso il mondo intero.

Naturalmente Laurent è un bambino prodigio. Magari festeggerà la sua laurea con un Happy Meal e poi si sbizzarrirà saltando nei gonfiabili, ma resta un maledettissimo genio, uno di quelli come se ne vedono pochi. Alcuni giornalisti, raccontando la sua storia, sembrano farsi obbligo di precisare che è un bambino «simpatico», perché per la vulgata un piccoletto con il cervello supersviluppato non può che essere uno spocchiosetto secchione. E invece Laurent pare sia anche un tizio a posto, uno di quelli che passa i compiti, anche se a chiederglielo è uno alto il doppio di lui. Ha un quoziente intellettivo di 145 punti, e considerate che l'indice è calcolato facendo base su un valore medio di 100, quello del vostro vicino di casa (voi siete certamente più svegli). Napoleone Bonaparte pare avesse il suo stesso livello intellettivo e a un certo punto ebbe il mondo nella sua saccoccia, mentre Albert Einstein possedeva un punteggio di 160 e il mondo lo relativizzò e Galileo, che il mondo lo rese tondo, pare arrivasse a 182. E come questo venisse calcolato all'epoca, resta un mistero. Di certo non con un test su internet.

Di certo Laurent è un caso straordinario. Sembra impari con la stessa facilità con cui respira. Risolve con grande disinvoltura esercizi che uomini adulti impiegherebbero settimane per venirne a capo. Un anno e mezzo fa ha conseguito la maturità all'età di otto anni, e probabilmente non avrà nemmeno perso il sonno. Per lui quello che per ognuno di noi è un melodramma cinematografico da fine dell'adolescenza, è invece un cartoon da guardare distratti. «L'assorbimento delle informazioni non è certo un problema per Laurent», dice suo padre, che ipotizza per il figlio un futuro nel campo della ricerca. E certo che senza conoscere Laurent anche noi immaginiamo che non finirà dentro un call center a proporre a sconosciuti un nuovo tipo di aspirapolvere. Anche se poi le strade della vita sono insondabili. E probabilmente il mondo è pieno di bambini prodigio finiti sotto i ponti.

Già, perché la gestione di un'intelligenza fuori dall'ordinario non è una questione semplice. È come coltivare un fiore delicatissimo, che necessita cure speciali. E da questo punto di vista non invidiamo i genitori di Laurent. Che intanto hanno già l'imbarazzo della scelta su quale università del mondo puntare per continuare gli studi con un dottorato di ricerca. I migliori atenei del mondo pare che si siano messi in fila per contendersi il virgulto, nella speranza di trovarsi il Messi (e anche il messia) della ricerca in casa e di avere anche un po' di visibilità.

E Laurent? Si renderà davvero conto di essere speciale? E sarà pronto ad affrontare un mondo in cui ogni diversità, anche quella dell'eccellenza, può rendere fragili? Lui sembra inconsapevolmente ottimista, a chi gli chiede che cosa voglia fare da grande risponde: «Sviluppare organi artificiali». Ma tutto sommato anche fare l'astronauta non gli dispiacerebbe. A chi ancora gli chieda quale siano i suoi hobby, ribatte serio: «Studiare». Che altro, sennò?

Andrea Cuomo

Commenti