Cronache

Grillo attacca Reporters Sans Frontieres ma prima usava i rapporti per accusare gli altri

Il leader del Movimento Cinquestelle attacca Reporters Sans Frontieres che lo ha accusato di "non esitare a diffondere l'identità di giornalisti sgraditi", ma quando i "cattivi" erano gli altri la veridicità del rapporto non è mai stata messa in dubbio

Grillo attacca Reporters Sans Frontieres ma prima usava i rapporti per accusare gli altri

Volano gli stracci tra Reporters Sans Frontieres e il Movimento 5 Stelle: la luna di miele finisce quando l'organizzazione ha indicato Beppe Grillo tra i politici che ledono la libertà di stampa dei giornalisti italiani.

Il rapporto annuale sulla libertà di informazione nel mondo indica che l'Italia ha guadagnato 25 posizioni, passando dal 77° al 52° posto in classifica. Ma Reporters Sans Frontieres ammonisce che nel nostro Paese "il livello di violenza contro i giornalisti (incluse intimidazioni e minacce verbali e fisiche) è allarmante", soprattutto a causa di "politici come Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle, che non esitano a diffondere l'identità di giornalisti sgraditi".

Nell'affermare che "i giornalisti si sentono sotto pressione da parte dei politici e sempre più optano per l'autocensura", l'organizzazione ha puntato il dito in particolare contro il comico genovese e gli esponenti pentastellati, che in più occasioni si sono scontrati con la stampa. Come quando nel 2013 Beppe Grillo durante un comizio ha urlato "un giorno faremo i conti con i giornalisti" colpevoli di "stare addosso" ai deputati pentastellati appena eletti, e ancora: "io non dimentico nulla e gli faremo un culo così" contro i giornalisti che gli si "sono rivoltati contro". O come quando a febbraio Luigi Di Maio ha portato al presidente dell'Ordine dei Giornalisti una lista con i nomi di 30 giornalisti ritenuti "ostili" al Movimento chiedendogli di prendere provvedimenti.

Eppure, negli anni scorsi, era stato proprio il leader M5S a sbandierare la bassa posizione dell'Italia nella classifica sulla libertà dell'informazione per denunciare l'eccessiva ingerenza della politica nei giornali. Quando i "cattivi" erano gli altri, il rapporto di Reporters Sans Frontieres e la sua credibilità non era mai stato messo in dubbio dal Movimento.

grillo

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La fine della luna di miele tra Reporters Sans Frontieres e il Movimento Cinquestelle è stata segnalata anche dall'Huffington Post che, in un video, mostra come negli anni scorsi fosse stato proprio il leader M5S a "usare" la cattiva posizione dell'Italia nella classifica per denunciare l'eccessiva ingerenza della politica nei giornali (GUARDA IL VIDEO).

Grillo

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La replica di Grillo

Apriti cielo. Citato direttamente in causa, Beppe Grillo non esita a dire la sua, sul web ovviamente. "Oggi ho scoperto di essere io la causa del problema di libertà di stampa in Italia", ha twittato con sarcasmo il leader M5S, rinviando a un post pubblicato sul suo blog dal titolo "È tutta colpa di Beppe Grillo".

"Oggi ho scoperto di essere io la causa del problema di libertà di stampa in Italia - scrive il comico genovese - Lo afferma il rapporto di Reporters Sans Frontieres appena pubblicato. Mi ha aperto gli occhi. Io pensavo che fosse perchè i partiti politici con la lottizzazione si sono mangiati la Rai piazzando i loro uomini nel management e nei telegiornali e dicendo loro che cosa dire e che cosa non dire. Pensavo che fosse per i giornalisti cacciati dai programmi Rai o per le minacce del partito di governo a quelli che sono indipendenti, come Report. Pensavo che fosse perchè in Italia non ci sono editori puri e metà delle tv generaliste le controlla il capo di Forza Italia e perchè la tessera numero uno del Pd controlla il secondo giornale più diffuso in Italia. No, la colpa è mia", ribadisce in tono sarcastico.

"Se i TG e i giornali non vi danno le notizie o vi danno notizie false o vi danno notizie non verificate - prosegue Grillo - è perchè hanno paura di me. Reporter Senza Frontiere dice che diffondo "l'identità" dei "giornalisti sgraditi". Forse non sono stati informati bene dai direttori dei giornali italiani che li hanno contattati per cambiare la classifica (vi hanno contattato, vero?). Non viene pubblicata l'identità dei giornalisti sgraditi, viene smentita la balla che diffondono o viene risposto alle loro offese gratuite".

"Poi ci sono centinaia di denunce di bufale generiche e di censure più o meno velate. Ma cari reporter senza frontiere, denunciare un fatto (l'oggettiva inesistenza di libertà di stampa) e chiedere smentita alle notizie false non può essere considerata un'intimidazione - ribadisce il leader pentastellato - noi ci battiamo per un'informazione libera, indipendente e accessibile a tutti come ci ha riconosciuto Julian Assange, intervenuto a Italia 5 Stelle a Palermo: "Avete ottenuto un risultato straordinario, squarciando il velo dei filtri, che sono molto forti in Italia, della vecchia stampa mainstream corrotta. Penso che questo sia probabilmente il vostro successo più importante".

"Ma anche Assange ha preso un abbaglio - conclude Grillo - La colpa di questo sistema informativo marcio è mia. In un Paese in cui un ex premier condannato tiene in mano tre televisioni da oltre 20 anni, dove molti giornali nazionali sono amministrati da editori impuri iscritti a partiti politici o, peggio ancora, dove alcuni quotidiani sono persino proprietà diretta di partiti politici, il problema sono io, che scrivo su un blog. Ma... Sarà".

Anche il deputato Cinque Stelle e vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, ribadisce il concetto.

"Per noi i problemi del giornalismo in Italia sono l'assenza di una legge sul conflitto di interessi e la lottizzazione della tv pubblica - ha commentato il grillino - Ci sorprende che sia indicato Beppe Grillo come problema della stampa italiana".

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