Non poniamo veti, non accettiamo veti. L'asse Matteo Salvini-Silvio Berlusconi si suggella su questo messaggio di appoggio in tandem al governo Draghi che, indirettamente, risponde a Beppe Grillo e a chiunque altro chieda l'esclusione della Lega dal nuovo esecutivo.
Il «lungo e cordiale colloquio» avviene in mattinata a Villa Grande, la residenza sull'Appia Antica del leader di Forza Italia, che qui ha spostato il quartier generale una volta a Palazzo Grazioli. Berlusconi, venuto per le consultazioni con il presidente incaricato, doveva ripartire martedì a fine giornata, ma poi gli accordi con il Capitano l'hanno indotto a fermarsi fino a ieri sera. Era un anno che l'ex premier e il leader leghista non si vedevano di persona, l'anno del Covid, in cui molte cose sono cambiate e l'emergenza li ha portati a un inedito riposizionamento politico per le larghe intese di Draghi, con il terzo alleato nel centrodestra, il capo di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che resta all'opposizione.
Quello di ieri è l'incontro dei due che appoggiano Draghi, non un vertice di coalizione, che genera però qualche nervosismo nell'unica assente. Salvini e Berlusconi, superati attriti e rivalità, ora sono più uniti che mai e ribadiscono «la ferma volontà di dare un contributo, con senso di responsabilità e senza porre alcun veto, per risollevare il Paese da una gravissima crisi sanitaria, economica e sociale».
Dopo un breve tour nella dimora dove Berlusconi ha ospitato Franco Zeffirelli fino alla morte, tra stanze luminose fresche di ristrutturazione e un curatissimo giardino dove scorrazzano i due barboncini bianchi del Cavaliere, Salvini si complimenta: «Ma che bella questa villa, davvero!». Nel video che circola sui social c'è anche la deputata azzurra Marta Fascina, compagna del Cav.
I due leader discutono della situazione politica, si confrontano sulle proposte fatte al premier incaricato e concordano l'appoggio comune a Draghi e reciproco tra loro. Con Berlusconi ci sono il vicepresidente di Fi Antonio Tajani, candidato naturale per un ministero, Licia Ronzulli e Sestino Giacomoni, solo più tardi arriverà Gianni Letta. Si parla dei fondi Ue, della campagna vaccini che deve cambiare passo, del «modello Bertolaso» in Lombardia (il giorno prima il Cav ha proposto l'ex capo della Protezione civile a Draghi come commissario nazionale per l'emergenza vaccini).
Nel pomeriggio, dal suo studio romano Berlusconi partecipa alla conferenza dei governatori di Fi e ci si confronta sulla «necessità di potenziare il Piano vaccini» e «sulle proposte per il Recovery fund». L'europarlamentare Berlusconi discute su Zoom anche con gli altri deputati azzurri a Bruxelles e vota da remoto sul piano Next Generation Ue. È quello che fa anche Salvini, confermando la svolta europeista della Lega che l'avvicina a Fi e a Draghi. «Oggi finalmente - commenta il Cav sui social- è stato approvato il Recovery fund, un risultato storico. L'Europa della solidarietà ha prevalso sull'Europa dell'austerità, Fi ci ha lavorato per un anno. Ora tocca al prossimo governo lavorare in Ue per ottenere che queste risorse arrivino al più presto». Salvini concorda: «Non si può perdere altro tempo». Poi il Capitano inciampa su una frase: «Noi rinnoviamo, come Lega e come centrodestra, la disponibilità a dar vita al nuovo governo, non mettiamo veti, non diciamo no nei confronti di nessuno, noi responsabilmente ci siamo». Parole che fanno insorgere la Meloni.
L'incontro tra i due alleati, dice, è naturale, «non foss'altro per difendersi dalla preponderante presenza dell'asse Pd-M5s» nel governo, poi ecco la stoccata: «Piuttosto trovo strano, se non frutto di un errore di interpretazione della stampa, che Salvini possa essersi espresso a nome di tutto il centrodestra nei rapporti con Draghi e il governo, visto che Fdi ha detto che non voterà la fiducia e farà un'opposizione patriottica in Parlamento». Ma che la coalizione resista lo riconosce anche lei, annunciando che «il centrodestra unito parlerà con una sola voce al prossimo vertice, per decidere i candidati alle amministrative».
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