Bibbiano, revocati gli arresti ​domiciliari a Adrea Carletti

Il tribunale della Libertà di Bologna ha predisposto, per l’indagato, l’obbligo di dimora nel Comune di residenza, Albinea

Bibbiano, revocati gli arresti ​domiciliari a Adrea Carletti

Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, non è più agli arresti domiciliari. Il tribunale della Libertà di Bologna ha rigettato l’appello della Procura, che aveva richiesto le misure cautelari per il primo cittadino, e ha predisposto per l’indagato l’obbligo di dimora nel Comune di residenza, Albinea. La decisione è stata presa in risposta al ricorso presentato dalla difesa.

I legali del primo cittadino, Giovanni Tarquini e Vittorio Manes, ritengono infondate le accuse nei confronti di Carletti per quanto riguarda gli incarichi alla Onlus di Torino, Hansel e Gretel, al centro dell’inchiesta. La difesa sostiene che il sindaco (ora sospeso dall’incarico) si sia rifatto a leggi regionali agendo nella piena legalità.

Intanto, il Tribunale della Libertà ha rigettato la richiesta del pm Valentina Salvi che aveva presentato una nuova richiesta di arresto nei confronti del sindaco di Bibbiano per fatti ancora diversi rispetto a quelli degli incarichi all’associazione di Foti.

Per il primo cittadino, erano stati predisposti i domiciliari all’inzio delle indagini. Misura che poi era stata rivista dal gip Luca Ramponi il 20 giugno scorso. In quell’occasione, il giudice aveva ritenuto insufficienti le motivazioni della Procura. Le accuse a cui deve rispondere Carletti per il caso riguardante gli affidi dei minori nel comune emiliano sono abuso d’ufficio e falso ideologico. Stessi reati per i quali sono accusati anche altri quattro indagati: l’avvocato Marco Scarpati, Federica Anghinolfi (dirigente del Servizio sociale della Val d'Enza), Nadia Campani (responsabile dell' Ufficio di Piano dell' Unione) e Barbara Canei (istruttore direttivo amministrativo del Servizio sociale dell' Unione). Anche per loro, la Procura aveva chiesto che fossero disposti nuovamente gli arresti domiciliari.

Secondo gli inquirenti, l’avvocato Scarpati avrebbe ottenuto guadagni ingiustificati grazie ad alcuni incarichi a lui affidati dall’Unione dei servizi sociali della Val d’Enza. La Salvi sostiene che sia stata “simulata l' effettuazione di una formale procedura a evidenza pubblica per l' affidamento dell' incarico di consulente giuridico a favore del Servizio sociale, procedura, in realtà, intrisa di macroscopiche e gravissime irregolarità volte a favorire Scarpati”.

Ora, i

giudici confermano la decisione del gip di Reggio Emilia in quanto risulta priva di gravità indiziaria una delle ipotesi di abuso d'ufficio contestate a Carletti riguardante l'affidamento di incarichi legali.

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