I prelati statunitensi eredi di Marcinkus? Hanno speso centinaia di migliaia di euro per ristrutturare la propria residenza a Roma. L'ennesimo scandalo in Vaticano arriva dall'Huffington Post che rivela come le donazioni dei fedeli siano state spese quasi tutte per Villa Stritch, signorile abitazione nel quartiere Aurelio che fa parte del patrimonio immobiliare della Conferenza episcopale degli Stati Uniti.
Tre anni fa il sottosegretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Monsignor Thomas Fucinaro, commissionò un appalto da 600mila euro per ammodernare la villa, ma durante i lavori i costi lievitarono, fino a pagare 350mila euro in più solo per i 180 metri quadri del salone di rappresentanza. Come? Installando un impianto professionale di distribuzione di bevande alla spina come birra, Coca Cola e gazzosa (10mila euro), per esempio. A cui vanno aggiunti un caminetto ultratecnologico senza canna fumaria che può funzionare sia a gas che a legna (altri 30mila euro), i marmi pregiati per il pavimento (ancora 30mila euro più i 18mila per la resina usata per renderli brillanti) e il portoncino realizzato a mano, "replica esatta di un portoncino di cui Monsignor Fucinaro si era innamorato e aveva fotografato in uno dei suoi viaggi europei" (oltre settemila euro). E ancora: gli stucchi e i controsoffitti che simulano la cupola (7mila euro), le placche per gli interruttori (2mila) e i rivestimenti in legno (40mila).
Come ricostruisce l'Huffington Post, Villa Stritch fu fondata da Paul Marcinkus alla metà degli anni '60, poco prima di
diventare presidente della banca del Vaticano, lo Ior, spesso al centro di scandali finanziari. Fu proprio lui a convincere la Chiesa statunitense ad acquistare il complesso a trasformarlo in una specie di resort.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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