Cronache

Bologna, due studentesse molestate da un prof all’università

Il docente nega, ammette solo di essere forse stato un po’ troppo amichevole. Le ragazze hanno entrambe detto che durante le ripetizioni allungava le mani

Bologna, due studentesse molestate da un prof all’università

A Bologna due studentesse hanno raccontato di essere state molestate da un professore dell’Università. Non si tratta di un docente ordinario ma di un ricercatore che collaborava saltuariamente con l’ateneo. Non è più stato chiamato, forse proprio a causa delle accuse mosse nei suoi confronti.

Molestate da un professore a Bologna

Le ragazze si sono infatti rivolte al consultorio autogestito Mala Consilia per denunciare quanto avvenuto. Come riportato da Fanpage.it, i racconti delle due ragazze sono terribili. Messaggi notturni, mani sotto le magliette e fra i capelli da parte del docente non giovanissimo che dava loro lezioni private per passare un esame, ritenuto da molti studenti non proprio semplice da dare. La voce tra gli studenti gira e sono molte le studentesse dell’Università di Bologna che parlano del prof come di un uomo in età adulta che allunga le mani e accarezza la schiena delle allieve durante le ripetizioni.

Una di loro dopo mesi è riuscita a trovare il coraggio di raccontare quello che le è accaduto. Ha detto di aver sentito delle voci circolare sul suo conto , ma non voleva crederci. Intanto, come prima cosa, il professore in questione voleva lo scambio dei numeri di cellulare perché, a suo dire, la mail istituzionale aveva dei problemi. Molto meglio passare ai messaggini correlati da faccine, soprannomi carini e, perché no, qualche frase equivoca qua e là. Insomma, un modo particolare per abbattere il muro tra professore e studentessa. Le due ragazze hanno detto entrambe di averlo considerato un nonnetto simpatico. Già l’accoglienza molto calorosa nel suo studio avrebbe forse dovuto far presagire come sarebbe andata.

La mano sotto la maglietta

Appena entrate, l’uomo, secondo quanto raccontato dalle due alunne, ha abbracciato e stretto la ragazza di turno, invitandola ad abbandonare il “lei” per passare al tu. Il motivo del cambiamento di forma è stato subito spiegato perché “lui aveva questo atteggiamento informale con gli studenti e pretendeva che anche loro lo avessero con lui. Ho cominciato a leggere e dopo poco mi ha appoggiato la mano sulla spalla. Poi la mano è arrivata sul collo, sulla nuca, fra i capelli, sulla schiena”. ForseForse un atteggiamento a questo punto un po’ troppo informale e confidenziale anche. E poi sarebbe partito con la mano che prima ha accarezzato i capelli, il collo, la schiena delle ragazze, anche sotto la maglietta. Le due alunne hanno detto di aver cercato di finire in fretta e furia la lezione per potersene andare. Entrambe per diverso tempo non hanno avuto il coraggio di confidarsi con nessuno, né all’università, né a casa. Tra una battuta a sfondo sessuale e frasi colorite, il professore avrebbe anche detto loro che si sarebbero dovuti vedere più volte, perché vi erano delle lacune che dovevano essere colmate al fine di passare l’esame tanto temuto. Da quelle lezioni poi sarebbe dipeso il buon esito della prova. Peccato però che il docente non aveva nessuna voce sul voto finale, proprio perché collaboratore e non ordinario.

Si sentiva sporca

“Quando sono tornata a casa mi sono fatta una doccia perché mi sentivo in un certo senso sporca. Poi non ci sono più tornata” ha confessato una delle studentesse. L’altra invece si è fatta forza e si è presentata al secondo incontro, spinta dal timore di non superare l’esame. Tutto si è svolto come la volta precedente, anzi, peggio. L’uomo si sentiva più sicuro di sé e libero di accarezzarla. Quella è stata l’ultima lezione anche per lei. Meglio rischiare di non passare l’esame. Ha ricevuto un messaggio in seguito, dove il professore si diceva dispiaciuto per questo mio comportamento, che non pensava che sarebbe andata così”, quasi offeso.

Secondo lui è stato frainteso

Il docente ha detto di non sapere assolutamente perché non è stata rinnovata la collaborazione con l’ateneo di Bologna e che comunque aveva già deciso lui di non continuarla. Ha anche detto di sentirsi tranquillo, a posto con la propria coscienza e che forse è stato frainteso per il suo modo di fare. Ha sempre cercato di avere un rapporto aperto con i suoi alunni, scherzoso, cameratesco e troppo amichevole. Una delle due ragazze ha ammesso di aver pensato “che certe cose possano capitare a chiunque, anche a me, e dovunque, anche in un posto sicuro come l’università.

Chissà quante altre ragazze ci sono che hanno subito la stessa cosa e fino ad oggi non ne hanno mai parlato”.

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