Bologna, spazi pubblici vietati a organizzazioni fasciste, sessiste e omofobe

Saranno cambiati i regolamenti sulla concessione di sale e altri luoghi comunali per vietarli a chi discrimina in base all'etnia, alla religione o al sesso

Bologna, spazi pubblici vietati a organizzazioni fasciste, sessiste e omofobe

Dopo Torino e Milano anche Bologna ha deciso di vietare gli spazi pubblici a organizzazioni fasciste, razziste, sessiste e omofobe.

Il consiglio comunale del capoluogo ha approvato una mozione con cui impegna il sindaco, Virginio Merola, a cambiare i regolamenti sulla concessione di sale e altri luoghi comunali per vietarli a chi discrimina in base all'etnia, alla religione o al sesso.

Sarà negato il rilascio di spazi comuni "alle organizzazioni e associazioni che si richiamino direttamente all'ideologia fascista, ai suoi linguaggi e rituali, alla sua simbologia, o che esibiscano e pratichino forme di discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale". Inoltre, chi farà domanda per usufruire degli spazi dovrà impegnarsi "al rispetto della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana", che vieta la riorganizzazione del partito fascista.

La proposta era stata formulata lo scorso luglio da Emily Clancy, consigliera di

Coalizione civica, lista di sinistra e di opposizione. Dopo tre ore di discussione e ostruzionismo da parte della destra la mozione è stata approvata con19 i voti favorevoli, tre contrari e un astenuto soltanto.

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