Bonafede ora fa retromarcia: vuol far tornar dentro i boss

I boss mandati a casa per paura della pandemia. E ora il ministro della Giustizia pensa a un intervento per farli tornare in carcere a fine emergenza

Bonafede ora fa retromarcia: vuol far tornar dentro i boss

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si sta preparando a inserire la retromarcia. Secondo quanto si apprende da Agi, infatti, il Guardasigilli starebbe valutando un intervento normativo per far rivalutare le recenti scarcerazioni dei detenuti, fatti uscire di prigione per l'emergenza Covid-19. "È in cantiere un decreto legge che permetterà ai giudici, alla luce del nuovo quadro sanitario, di rivalutare l'attuale persistenza dei presupposti per le scarcerazioni di detenuti di alta sicurezza e al 41 bis", ha annunciato il ministro della Giustizia.

Secondo la lista inviata alla commissione Antimafia e resa nota da Repubblica, sarebbero 376 i boss mandati ai domiciliari o affidati ai servizi sociali. Tra questi, sarebbero meno della metà quelli con una condanna definitiva, mentre gli altri sarebbero in attesa di giudizio. Con una circolare del 21 marzo scorso, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria aveva chiesto agli istituti di monitorare i detenuti, in base all'età e alle condizioni di salute. Nella circolare venivano indicate dieci patologie, dalle malattie dell'apparato cardiocircolatorio a quelle respiratorie, compatibili con un elevato rischio di complicanze in caso di contagio da nuovo coronavirus. Non solo. Anche i 70 anni (o più) di età, venivano indicate tra le caratteristiche da segnalare, data l'emergenza pandemia. La maggior parte dei 376 detenuti scarcerati dall'Alta sicurezza sono avvenute, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, su richiesta degli avvocati difensori o degli stessi detenuti, mentre solo 63 boss sarebbero stati scarcerati a seguito di "segnalazione sanitaria trasmessa dalla direzione dell’istituto", sulla base della circolare del 21 marzo. Ma il ministro aveva specificato che circa le scarcerazioni "c'è autonomia e indipendenza della magistratura".

E ora, Alfonso Bonafede starebbe valutando un intervento normativo, per "far rivalutare le recenti scarcerazioni di detenuti vicini alla criminalità organizzata". La nuova valutazione è da intendersi nell'ambito della situazione sanitaria, che oggi sta cambiando, dato che l'emergenza coronavirus sembra ridimensionarsi rispetto ai mesi precedenti. Il ministro sembra pronto a fare retromarcia e far tornare in carcere i boss.

La notizia era stata anticipata in mattinata dal capo del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, che a 24 Mattino su Radio 24 aveva spiegato: "Giusto per chiarire: le persone che sono state scarcerate, sono state scarcerate su decisione dei magistrati di sorveglianza". E aveva rivelato: "Oggi il ministro Bonafede ha fatto un decreto legge per impedire che ciò avvenga di nuovo, perché ci siano dei percorsi molto più rigidi di pareri da avere e perché un magistrato non decida autonomamente 'in periferia' senza avere pareri della direzione nazionale antimafia, e so che sta lavorando anche a una misura per riportare in carcere, venute meno le condizioni dell'emergenza".

Questo pomeriggio, il ministro ha risposto a un'interrogazione parlamentare alla Camera, annunciando l'arrivo di un decreto ad hoc, per permettere ai giudici di rivalutare le scarcerazioni dei boss.

Bonafede ha risposto anche alle dichiarazioni del pm Nino Di Matteo, sulla scelta del capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria: "Nel giugno 2018 non vi fu alcuna 'interferenza', diretta o indiretta, nella nomina del capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Punto. Non c'è nient'altro da dire".

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